Cronaca
JESI Caritas, i numeri e le azioni della solidarietà
4 Dicembre 2021
Presentato il bilancio sociale con le attività dal 2015 al 2020, il direttore Marco D’Aurizio: «Al di là dei conti economici siamo la Chiesa operativa»
JESI, 4 dicembre 2021 – «Perché un bilancio sociale?»: comincia con una domanda la presentazione del bilancio sociale, relativo alle attività dal 2015 al 2020, della Caritas diocesana e Fondazione centro servizi Caritas jesina Padre Oscar, presentazione avvenuta ieri mattina, alla vigilia della mostra fotografica sulle attività svolte, che si protrarrà per 4 giorni, da oggi fino all’8 dicembre nella chiesa di San Nicolò.
«Perché l’attività della Caritas è articolata ed è difficile essere esaustivi con i soli conti economici, è un’attività complessa – esordisce il direttore Marco D’Aurizio -. Questo bilancio sociale, con la narrazione delle attività svolte e l’illustrazione dei numeri, ha l’ambizione di parlare di umanità e non tanto di materialità».
Sono 1.058 le presenze al Centro di Ascolto, 10.183 pasti alla Mensa del povero, 67 ospiti accolti alla Casa delle genti, 1.496 carrelli di cibo dell’Emporio Solidale, 410 famiglie assistite (di cui 371 con minori), 19 percorsi di giustizia riparativa, 11 tirocini di inclusione sociale e 6 tirocini formativi, 14 inserimenti abitativi e 12 esperienze di co-housing avviate, 10 accompagnamenti sanitari all’Ambulatorio solidale, 6 progetti avviati, 11 partner, 69 volontari e 6 operatori di Servizio civile.
Sono alcuni dei numeri del bilancio sociale che coprono gli ultimi cinque anni di attività svolte e di progetti messi in opera dalla Fondazione, da Caritas diocesana e Caritas parrocchiali e dalla cooperativa sociale agricola Orto del sorriso.
«La Caritas è espressione operativa della Chiesa – puntualizza D’Aurizio – ma non è beneficenza: è vicinanza alle persone, accompagnarle, dare loro una prospettiva dalla necessità alla libertà di scegliere. La Caritas lavora affinché la Caritas non debba più servire».
Attività pastorali e attività concrete, quindi, spiega il direttore prima di elencare: reti e collaborazioni con Caritas parrocchiali con circa 200 volontari coinvolti, con le Caritas di Fabriano, Ancona e Senigallia e con oltre 20 in altre regione d’Italia, con i Comuni e l’Asp dell’Ambito 9, con le associazioni di volontariato del territorio e le cooperative del Terzo settore, sono alcuni degli elementi della rete avviata in questi cinque anni. E poi quelle con privati e ditte, pizzerie, supermercati, gruppi come Fileni, Conad, Coop che veicolano le loro eccedenze alimentari.
«Fare le cose insieme è molto fatico – ammette D’Aurizio -, ma le rende più stabili: servizi come il Centro d’ascolto, le mense, i tirocini, la gestione del Centro di prima accoglienza o la collaborazione col Banco farmaceutico nazionale sono rese possibili proprio dall’avere lavorato insieme. Sì, è stato molto complesso coordinare tutte le adempienze necessarie, ma oggi abbiamo più garanzie che possano durare nel tempo».
Oltre alla mostra fotografica sul bilancio sociale che si inaugura oggi nella chiesa di San Nicolò, alla sede di via Papa Giovanni XXII, il 18 dicembre, dalle 18, avrà luogo Caritas Aperta, per illustrare in diretta le attività e dialogare con gli operatori.
(m.g.)
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