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Cronaca

Jesi Caso manifesti – Edison, tanta solidarietà per il Comitato di Quartiere

«Emozionante ricevere questo grande sostegno, tra pochi giorni la riunione del direttivo per manifestare pubblicamente la nostra posizione», ha detto il presidente Paolo Gubbi

Jesi – Una questione ancora aperta che ha infervorato gli animi della città nelle già calde giornate della settimana di Ferragosto, quella dell’accesso agli atti richiesto da Edison al Comune per avere informazioni sui richiedenti l’affissione dei manifesti affissi che esprimevano il dissenso al progetto dell’impianto rifiuti alla Zipa, il cui contenuto è ritenuto dalla stessa Edison «fuorviante e lesivo nei loro confronti».

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Il Comitato di Quartiere Smia – Zona industriale da cui è partita l’iniziativa di realizzare e affiggere i manifesti in questione, ha ricevuto negli ultimi giorni il sostegno e la solidarietà dalla grande parte delle forze politiche della città, unite nell’intento comune di difendere la libertà di espressione.

«E’ stato davvero emozionante ricevere tante manifestazioni di solidarietà», ha affermato Paolo Gubbi, presidente del Comitato di Quartiere Smia che prima di esprimere qualsiasi opinione a riguardo ha aggiunto: «aspettiamo che si riunisca il direttivo del Comitato a fine agosto per poi manifestare pubblicamente la nostra posizione sull’iniziativa di Edison».

Uno dei primi a prendere le difese del Comitato di Quartiere, è stato il presidente del Consiglio comunale, Luca Polita: «La battaglia che stanno portando avanti – ha detto, riferendosi ai membri del Comitato – è legittima e assolutamente equilibrata: non si comprende pertanto per quali motivi Edison parli di comportamenti lesivi della propria immagine. Credo proprio che la città di Jesi non si farà intimidire da questi giochetti».

Poi l’intervento del Movimento 5 Stelle: «Abbiamo controllato il manifesto del Comitato e lo abbiamo trovato molto corretto. Avvisa infatti la popolazione dell’intenzione della Edison di realizzare un impianto per il trattamento di rifiuti pericolosi incluso l’amianto», hanno precisato, aggiungendo che la mossa di Edison «ci appare un evidente atto di intimidazione a cui la politica jesina e tutta la cittadinanza debbono dire un secco no».

Le parole del capogruppo FdI, Antonio Grassetti, poi, hanno evidenziato che «dal punto di vista giuridico non ci sono elementi da cui supporre la commissione di eventuale reato da sanzionare (se questo è l’obiettivo della Società ma non credo), quanto a quello della strategia comunicativa, invece, la mossa appare più come un goffo (per quanto inutile) tentativo di spaventare le persone».

Anche Sca Tnt si è espresso evidenziando la gravità dell’atto «Simili iniziative sono idonee a esplicare un effetto inibitorio e di deterrenza nell’esercizio del diritto di critica e di libera manifestazione del pensiero».

«Rimaniamo sorpresi di tale comportamento da parte di Edison – dicono invece dal Movimento Repubblicani Europei -, in quanto nei manifesti che sono stati affissi da svariati giorni, a nostro modesto avviso e da semplici cittadini, non leggiamo niente di lesivo».

La consigliera regionale jesina Linda Elezi ha evidenziato come sia «intollerabile che a Jesi di fronte alla libera e legittima espressione democratica dei cittadini si ricorra a metodi simili».

La richiesta di accesso agli atti viene definita «un atto deplorevole quanto l’ennesimo silenzio del sindaco Fiordelmondo su un’azione della multinazionale francese che sa di atto inquisitorio».

E l’affondo del consigliere comunale Luciano Montesi, del Gruppo Misto, che ha parlato di «autogol mediatico di Edison, che ha ottenuto il risultato di compattare trasversalmente tutte le realtà, tantissime, che hanno espresso il loro parere negativo nei confronti dell’insediamento dell’impianto».

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