Cronaca
JESI Centro Azzeruolo, le famiglie: «Segregazione non più accettabile»
18 Luglio 2020
Timori e criticità segnalate anche dal Grusol: «La prevenzione del contagio non può tradursi nella chiusura delle relazioni»
JESI, 18 luglio 2020 – «Senza un rapido cambio di passo l’esito è la segregazione»: il Gruppo solidarietà di Moie (Grusol) esprime timori circa le visite nelle strutture residenziali e l’uscita delle persone che ci vivono. Un appello condiviso anche da familiari e associazioni della sigla Uniti per l’Autismo Marche relativamente al Centro Azzeruolo di Jesi (foto in primo piano) in sperimentazione fino a fine anno.
«L’Azzeruolo, unica comunità residenziale della Regione per persone autistiche, è in grande difficoltà – fa sapere Uniti per l’Autismo Marche (Anffas, Angsa, La Mano Tesa, Omphalos, Ragazzi Oltre, Un Passo Avanti) – . Oggi accoglie solo 4 ragazzi sui 9 posti disponibili, non accetta più altri ospiti e, in conseguenza del Covid, da quattro mesi le persone autistiche che ci vivono non possono tornare a casa e vedono i genitori soltanto sporadicamente in sede, in condizioni del tutto innaturali e controproducenti, soprattutto nel caso dell’autismo. Questa segregazione non è più accettabile, dal momento che per il resto del paese la situazione è profondamente cambiata ma, nonostante numerosi accorati appelli, non è ancora permesso di riabbracciarli e trascorrere con loro alcuni giorni, riprendendo una consuetudine affettivamente e socialmente molto importante per le persone autistiche. Se va avanti così, quando li riavremo a casa?».
«La prevenzione del contagio non può tradursi in segregazione. Occorre una piena assunzione di responsabilità da parte dei soggetti istituzionali evitando scarichi tra i vari enti a tutto danno delle persone e delle famiglie. Sono in gioco i diritti umani».
Per il Grusol, con sede a Moie, è giunto il momento che istituzioni ed enti gestori delle strutture definiscano «senza ulteriori indugi percorsi che consentano alle persone di riprendere le vitali relazioni con i propri familiari. Un balletto oramai inaccettabile nel quale ogni soggetto richiama altre responsabilità isituzionali. Quelle del Governo, quella della Regione, quella dell’Asur (e delle Aree Vaste) quella degli enti gestori».
I servizi sono diversi e diverse sono le persone che vi abitano: «L’obiettivo da perseguire è fare in modo che ogni persona possa riprendere le relazioni con i propri cari. Su questo obiettivo vanno definiti i percorsi che non possono tollerare ulteriori dilazioni. Non è possibile che la Regione emani una disposizione generale e generica che attende applicazione da altro ente (Asur), questo emana disposizioni alle Aree Vaste che non si capisce se siano immediatamente esecutive o no. Così a livello territoriale l’esito è quello di un sostanziale blocco. Ci sono enti che capiscono che non si può dilazionare ancora la chiusura ed altri che aspettano indicazioni ulteriori, oppure con aperture che rassomigliano a visite carcerarie».
Secondo il Grusol, quindi, le precauzioni vanno prese, la sicurezza va garantita, ma deve essere chiaro l’obiettivo che è quello di “riaprire le relazioni”. Non sono solo questi i problemi da affrontare: «All’interno delle strutture ospedaliere, fatto il tampone si entra in reparto senza ulteriore isolamento; nel percorso della post acuzie del sistema residenziale extraospedaliero si riprende isolamento di 14 giorni (e poi tampone) con tutti i problemi conseguenti per le persone, le famiglie, le strutture. Ciò produce, peraltro, una riduzione fortissima del numero dei posti disponibili. Tale diminuzione determina a sua volta un ritorno al domicilio di persone che avrebbero bisogno di continuità delle cure e il sostanziale blocco degli ingressi dal domicilio».
È l’ora della responsabilità: «Occorre che si abbia consapevolezza che il prolungamento di queste situazioni determina non solo esasperazione e sofferenza ma anche in venir meno della tutela cui le persone hanno necessità e diritto. Ci appelliamo, dunque, ancora una volta a ciascun soggetto affinché senza ulteriori dilazioni si definiscano percorsi che nella sicurezza garantiscano i diritti delle persone».
(e.d.)
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