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JESI CHE SERA AL PERGOLESI, STANDING OVATION PER ANTONELLA RUGGIERO E FRANCESCO BUZZURRO
30 Settembre 2019
La stupenda voce della cantante ex Matia Bazar ha fatto sognare il pubblico sull’onda dei grandi successi
JESI, 30 settembre 2019 – C’è chi canta, poi c’è Antonella Ruggiero. E il Pergolesi va in solluchero cullato dalla voce intensa e suggestiva della cantante genovese. Poi c’è chi suona la chitarra e chi lo fa magistralmente come Francesco Buzzurro, che accompagna la Ruggiero in un concerto straordinario e originale e che tratteggia, con le corde dello strumento, atmosfere magiche e irripetibili, fin dall’overture dedicata alle splendide colonne sonore di film indimenticabili, firmate da Nino Rota, Luis Bacalov, Michael Nyman e dell’epico Ennio Morricone. La Ruggiero fa il resto, fa sognare il pubblico e canta grandi successi ma anche brani meno conosciuti, intrecci sonori di un impatto emotivo unico fino a regalare, tra i bis, una versione mistica dell’Ave Maria di Gounod.
Anche il celebre pipistrello, che da tempo vola indisturbato tra le volte affrescate del Pergolesi, danza sulle musiche della chitarra di Buzzurro che sembra un orchestra e sulla sublime voce dell’ex cantante dei Matia Bazar, gruppo con cui condivise un percorso artistico durato 14 anni, spaziando poi dalla musica sacra al jazz ed attraversando anche la musica ebraica, quella portoghese ed orientale e pop. Da ricordare la stupenda versione solo strumentale per chitarra del “Nessun dorma” di Puccini dedicata da Francesco Buzzurro proprio alla Ruggiero e la serie di bellissimi brani cantati dalla genovese: da quelli che resero celebri i Matia Bazar (Stasera che sera, Vacanze Romane, Cavallo bianco, Ti sento), a quelli della tradizione nazional popolare (Tornerai, Ma se ghe penso), ad altri sempre verdi, come Caravan, Gracias a la vida, Amapola, Alfonsina y el mar, Blue Moon.
C’è poi un omaggio lirico e appassionato a Fabrizio De Andrè, con “La canzone dell’amore perduto”, poesia sul tramonto di un sentimento che con la Ruggiero, invece, sembra non avere mai fine.
Gianluca Fenucci
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