Opinioni
JESI Claudia Lancioni: «L’arroganza politica del Senatore»
3 Dicembre 2021
L’ex pentastellata risponde al parlamentare del M5S Mauro Coltorti «che non ha mai lavorato con il gruppo e pretende di dare lezioni»
JESI, 3 dicembre 2021 – Vorrei rispondere brevemente, anche se probabilmente non lo sarò, alle gentilissime parole che il senatore (non portavoce) Mauro Coltorti ha rivolto nei miei confronti.
Innanzitutto voglio ringraziarlo per considerarmi una persona priva di qualsiasi volontà ed intelletto, “prestanome” di una persona che, pur reputando un amico, ha lasciato il MoVimento da tempo. Il solito noto atteggiamento negli ambienti, ahimè, troppo maschilisti della politica italiana, nei quali spesso quando una donna esprime un’opinione si pensa che dietro ci sia sempre un uomo che le suggerisce cosa dire.
E’ innegabile (e nessuno lo ha mai negato, infatti) che prima delle passate elezioni il consigliere comunale uscente Gianangeli profuse il suo impegno nella creazione della nuova lista ma dalle elezioni in poi con me c’è sempre stato un gruppo di persone, ognuno con le proprie specificità, e non solo un oscuro manovratore.
Inizialmente c’era anche Massimo, ovviamente, ma se ne è andato anche lui esattamente per le storture ed i riposizionamenti che il M5S stava già iniziando a prendere e sui quali, come gruppo, abbiamo sempre cercato di soprassedere, obtorto collo, proprio per l’impegno che ci siamo presi con i cittadini al momento delle elezioni, anche se spesso ci siamo trovati a dover interloquire proprio con i cittadini che chiedevano conto a noi dei voltafaccia e delle piroette che il M5S combinava a Roma.
E’ vero, Massimo (anche se non solo) mi ha “seguita e dato suggerimenti spesso in diretta”... ma “nessuno nasce imparato” e, soprattutto, come consiglieri comunali non abbiamo 15.000 euro al mese, non abbiamo finanziamenti ai gruppi, non abbiamo segretari, non abbiamo addetti stampa, non abbiamo nessuno che ci spieghi le cose e il primo impatto dentro una Amministrazione per una “persona normale” può risultare ostico.
Lo ringrazio per venirmi a insegnare cosa vuol dire “fare il consigliere di opposizione” anche se dopo una consiliatura lo so un pochino meglio di lui, che non si è fatto mai neanche vedere per seguire l’attività che portavamo avanti in aula e in città.
Se il futuro senatore aveva il sospetto che qualcuno potesse pilotare gli eletti si sarebbe potuto candidare lui per il Comune come gli era stati chiesto; richiesta “gentilmente declinata” perché oberato dal lavoro. Certo, poi dopo pochi mesi casualmente si deve essere liberato perché “si è ritrovato candidato” per il Senato… ma questa (forse) è un’altra storia.
Non si può non notare, però, un comportamento leggermente ondivago: accusa gli altri di non essersi candidati in Comune per presunte ambizioni di poltrone ben più “blasonate”, quando lui pare essere stato il primo ad aver tenuto il comportamento che ora recrimina ad altri. Ma è solo l’inizio delle sue dichiarazioni “paradossali”.
E’ paradossale che il senatore mi chieda oggi un “confronto pubblico” quando lui e gli altri eletti (notato? una volta i parlamentari si firmavano “portavoce al Senato” o alla Camera, oggi “Senatore”, questione semantica ma dirimente!) sono scomparsi dal territorio e hanno tagliato qualsiasi ponte con il nostro gruppo dal “giorno dopo” le elezioni. Noi abbiamo comunque continuato a cercarli e invitarli alle nostre iniziative ma “non avevano mai tempo”. Di cosa stiamo parlando, senatore (non portavoce) Coltorti?
E’ paradossale venire a sapere dal senatore (non portavoce) Coltorti che avrei aderito al movimento (o partito? Boh.. dopo il M5S le differenze sono talmente labili…) di Paragone. Seguo Paragone per la sua posizione sull’uscita dall’Euro, ma stranissimo mi venga recriminata questa mia opinione da uno eletto esattamente anche per quella posizione che il M5S ha sempre avuto (almeno finché non è andato al Governo!). Certo, ma se aderisce Gianangeli… devo aderire anche io… vero Non-Portavoce? Neanche si rende conto che questo sillogismo è pericoloso anche per lui, che si dice “contrario al green pass sui luoghi di lavoro” ma fa parte di un partito e di una maggioranza di Governo che lo ha imposto: applicando il suo “non ragionamento” si arriverebbe alla conclusione che è d’accordo anche lui.
E proprio sul discorso dell’euro è ancora più paradossale sentirlo sostenere con leggerezza che “Il Movimento ha da tempo abbandonato una posizione anti-europeista” quando fu proprio il M5S a raccogliere le firme per il referendum contro l’euro, firme successivamente depositate in Senato (forse lui non ricorda, dato che non c’era a raccoglierle).. ma parallelamente io non ricordo un voto su quella che doveva essere la “piattaforma per indirizzare l’attività del MoVimento” su questo “abbandono”. Ma, in fondo, è solo un altro “principio” tradito sia nel merito che nel metodo, che sarà mai.
E’ paradossale continui a tirar fuori un evento ormai accaduto anni fa sul quale si è scritto e detto fin troppo.. ritirare (di nuovo) fuori quella storia vuol dire non aver capito (di nuovo) niente e (di nuovo) si attacca Gianangeli. L’intero non-comunicato del senatore (non portavoce) Coltorti è un continuo attacco verso Gianangeli e un continuo insulto personale verso di me, con tutti quei suoi “Lancioni (?)”.
E’ paradossale che proprio lui parli di “gestione padronale” riferito a fatti che non conosce e non può conoscere perché prima della sua elezione in Senato non è mai neanche venuto in sede, quando lui stesso è stato imposto come candidato nel collegio uninominale dall’alto e senza che nessuno del gruppo sul territorio lo sapesse. Magari un giorno spiegherà chi e come lo ha catapultato in un seggio uninominale (senza passare neanche per le parlamentarie, quindi) e a quale “gestione padronale” (quella sì) debba la sua candidatura.
E’ paradossale torni a parlare di elezioni regionali, quando lui e gli altri padroncini con il loro comportamento (o vogliamo dimenticare le “esternazioni” di certi parlamentari ben prima di qualsiasi riunione) hanno regalato la regione alla destra, dato anche il cambio di posizione radicale sulla questione del M5S tutto. Qualcun altro, non io, potrebbe anche sospettare che sia stata una cosa voluta per pagare politicamente un endorsement passato ricevuto da qualcuno, ma la responsabilità di non aver messo il M5S in condizione “neanche di provarci” è chiara, cristallina, lampante. Capisco il cercare di scrollarsi via delle spalle le responsabilità politiche, ma quello che denunciammo all’epoca, quando chiedemmo il ritiro del simbolo alla lista regionale, rimane tutto ed è anche amplificato.
E’ paradossale mi si rinfacci oggi che le mie dimissioni erano state chieste al Direttivo da numerosi portavoce quando neanche una settimana fa sono venuti a chiedermi il voto per le provinciali (anche se una volta il M5S era contro le province ma a questo punto i principi rinnegati non si contano più) Sul “merito” di tutto il resto soprassiedo, perché il senatore (non portavoce) Coltorti non è nuovo allo “sbrodolamento” di “cose fatte”: addirittura anche su un post satirico de Il Nuovo Montirozzo dove si ironizzava su che fine avesse fatto la Parisse si esibì in una plateale difesa d’ufficio con post praticamente fotocopia di quanto scritto oggi
Peccato poi tutti abbiano scoperto che fine avesse fatto la citata “coraggiosa”. Queste “autodifese d’ufficio” dimostrano solamente che “il Governo ha governato” (chissà, vorrà anche un applauso?) ma contemporaneamente non dimostrano assolutamente che il M5S ha fatto ciò che prometteva di fare e, quindi, si auto-vaporizzano nel nulla nel momento stesso in cui vengono messe nero su bianco. Ci sarebbero in effetti tante cose da dire nel merito della “sbrodolata” .. dalle “manovre” che hanno portato Conte al “vertice” del M5s in poi… ma varrebbero la pena solamente se si credesse ancora nel M5S. Eravamo in molti, tra elettori ed eletti, e credevamo nell’idea, nei valori, nello spirito che animava il M5S e, di più, riteniamo ancora sacrosante quelle posizioni.
Peccato, però, che queste idee e questi valori si siano sciolti come neve al sole una volta arrivati al Governo, nel silenzio complice più assordante di chi avalla tutto quello gli capiti sotto mano per paura del (o dei, non è dato sapere) “sòr padrone”.
Forse, l’olio della scatoletta di tonno era troppo buono?!
Claudia Lancioni
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