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Cronaca

Jesi Clochard vive su una panchina agli Orti Pace

L’uomo è conosciuto dai servizi sociali e dalla Caritas e d’inverno passa le giornate fredde alla Casa delle Genti, ma come molti altri rifiuta assistenza e un inquadramento nella società preferendo la vita in strada

Jesi – Da alcuni giorni una persona vive letteralmente in una panchina dei giardini di Orti Pace, lungo via Setificio. Passa la sua giornata seduto, non infastidisce nessuno e, quando deve riposare, si distende poggiando la testa su uno zainetto dove tiene le poche cose di cui dispone.

Alcuni nostri lettori ci hanno segnalato la sua presenza e ci siamo attivati per capire se chi si interessa di assistenza ne fosse a conoscenza.

L’uomo, di origini africane, è conosciuto sia dai servizi sociali che dalla Caritas, essendo stato ospite anche della Casa delle Genti, dove è solito passare i mesi più freddi. Adesso che fa caldo, pur utilizzando a volte i servizi di mensa e dell’armadio, preferisce come molti altri senza fissa dimora vivere la sua esistenza all’aperto.

Non vuole pesare sulle spalle di nessuno e intende passare la propria vita senza aiuti se non quelli di un pasto caldo ogni tanto e di un ambiente riscaldato d’inverno.

La sua scelta va rispettata e anzi, va protetto dai pericoli ai quali potrebbe esporlo. Il riferimento è, con i tempi che corrono, alla mente troppo eccitata di qualcuno che possa pensare di ordire qualche atto proditorio che attenti alla sua incolumità fisica.

«E’ un ragazzo che conosciamo – ci riferiscono dalla Caritas -, era un nostro utente. In questo periodo non lo vediamo più, ma noi ogni tanto andiamo da lui, per capire se ha bisogno di qualcosa o di un aiuto in più».

Come già accaduto in altri casi simili, l’opzione di non avere regole ed orari, oltre a non gravare su chicchessia, per alcune persone è una scelta di vita. Emblematico il caso di Paul, il ragazzo ghanese che viveva nei paraggi del campo Boario, il quale fece fatica ad accettare l’assistenza della rete di Asp9 e Caritas, anche dopo il terribile incidente che lo aveva ustionato seriamente e costretto a settimane di ricovero.

«Noi proviamo ad esserci sempre sul territorio – confermano -, sia come Caritas che altre realtà di volontariato. Il fatto è che non sempre le persone vogliono aderire a percorsi e proposte. A volte si sente dire nessuno fa niente, ma non è così. E’ una scelta personale di alcune persone che, pur essendo in difficoltà, non desiderano che sia fatto nulla per loro».

La Casa delle Genti di Jesi

«La persona in questione utilizza già i servizi disponibili – rivela l’assessore ai servizi sociali Samuele Animali -, ma adesso che non fa più freddo preferisce essere più autonomo. Come accaduto in altri casi, è bene che tutti ci prendiamo cura delle persone in difficoltà, ma questo non comprende l’eventualità di spostarli di peso e andare contro le loro volontà».

Una scelta sicuramente poco comprensibile per una società come la nostra basata sui consumi, spesso esagerati, ma dietro la quale c’è grande dignità e pudore che vanno comunque rispettati.

Ieri mattina, mentre andavamo a verificare la sua presenza su quella panchina, abbiamo assistito a una scena.

Una persona s’è avvicinata e gli ha chiesto qualcosa. L’uomo ha scosso la testa e ha alzato la mano come a ringraziare accennando a un sorriso.

Probabilmente l’offerta di aiuto di un passante o un residente, rifiutata con garbo.

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