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Cronaca

JESI IL COMUNE VINCE LA CAUSA “SWAP” CONTRO UNICREDIT E SARÀ RISARCITO DI 1,2 MILIONI DI EURO

JESI, 25 ottobre 2016 – L’Amministrazione comunale ha vinto la propria battaglia contro gli Swap.

Dopo tre anni di carte bollate, il Tribunale di Milano ha infatti dichiarato nullo il contratto derivato stipulato nel lontano 2005 dal comune di Jesi con Unicredit, obbligando il colosso bancario a restituire 1,2 milioni di euro indebitamente ricevuti.

La questione era stata presa di petto dal sindaco Massimo Bacci fin dai primi giorni del suo insediamento, convinto che non vi erano ragioni di sborsare centinaia di migliaia di euro all’anno a tutela della variabilità dei tassi di interesse sulla base di un contratto che lui riteneva totalmente sbilanciato a danno dell’Ente. Questo contratto era stato formalizzato nel 2005 a garanzia del prestito obbligazionario di 12,5 milioni di euro che l’allora Amministrazione aveva assunto con Unicredit per ristrutturare il proprio debito. Ed era uno strumento, almeno così si riteneva a suo tempo, che avrebbe tutelato il Comune nel caso in cui il tasso variabile fosse salito oltre il ponderato. In realtà si era subito rivelata uno “gabbia” che, variando i flussi finanziari, incastrava sempre e solo il Comune di Jesi, ponendo di fatto l’Ente a coprire la banca dal rischio.

Il sindaco Massimo Bacci

Il sindaco Massimo Bacci

Per tutte queste ragioni, già nel 2013 si avviò una trattativa che non andò a buon fine, aprendo la strada alla causa giudiziaria presso il Tribunale di Milano che si è conclusa con la dichiarazione della nullità del contratto, la condanna a Unicredit a risarcire le somme ricevute oltre agli interessi e ovviamente ponendo definitivamente fine ad ogni rapporto che avrebbe dovuto terminare nel 2020 al costo presunto di altri 150 mila euro l’anno, ovviamente a carico del Comune.

“Un altro importante risultato nell’azione volta a combattere sprechi ed a prestare la massima attenzione alla gestione delle risorse pubbliche” ha sottolineato il sindaco Massimo Bacci che ha anche aggiunto: “Peccato che gran parte di tali risorse non potranno essere utilizzate per opere o servizi alla città, dovendo andare a coprire i risarcimenti a cui il Comune è stato condannato per vicende che risalgono a decenni fa e rispetto alle quali nessun prudenziale accantonamento era stato compiuto allora, malgrado di risorse ce ne fossero in abbondanza”.

 

 

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