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Jesi Consiglio comunale aperto, FdI: «Il nostro un no politico a Edison»

Antonio Grassetti: «Chi fa politica è chiamato a scegliere, dopo aver sapientemente valutato, sull’opportunità di progetti e azioni, secondo buon senso e lucido sguardo al presente e al futuro»

Jesi – Alzare e scuotere bandiere e cartelli, indossare t-shirt dedicate, applaudire fragorosamente chi la pensa come noi e magari fischiare, insultare e interrompere chi parla con voce contraria alla nostra convinzione, come è avvenuto giovedì durante il Consiglio comunale aperto, non è fare politica. È solo tifo da stadio (poi magari la nostra “squadra” pareggia ma… va be’…!).

Chi fa politica è chiamato a scegliere, dopo aver sapientemente valutato, sull’opportunità di progetti e azioni, secondo buon senso e lucido sguardo al presente e al futuro.     

Sulle questioni tecnico amministrative va lasciato il campo ai tecnici e ai professionisti del settore.

Quindi, anche nel nostro caso, alla politica spetta, dicevo, valutare e scegliere se sia utile o opportuno consentire l’installazione in zona Zipa a Jesi, dell’impianto per il lavaggio di terreni, sabbie e materiali di risulta, considerati rifiuti pericolosi e non (tra cui l’amianto), nell’ambito della cosiddetta economia circolare.

Be’ se si considera che tale sistema: 

• Opererà in un’area di circa 3.000 metri quadri e prevede anche la costruzione di silos alti 15 metri

• Sarà realizzato in un luogo come la Zipa a Jesi, a due passi dal centro di cottura per le mense scolastiche

• Vicinissimo al centro Esagono dove lavorano circa 800 persone

• In prossimità di numerose aziende tra cui la Cnh con 950 dipendenti oltre all’indotto

• In un terreno già compromesso da precedente inquinamento della falda acquifera 

• Con aumento sensibile del traffico pesante (almeno 60 automezzi al giorno), oltre quello importante da e verso la nuova struttura Amazon, nei luoghi e nelle strade interessate (che già non mancano di buche e sconnessioni varie)

• Con la consapevolezza che questi mezzi pesanti trasporteranno materiali inquinati e in caso di piogge potrebbero perdere liquami sulle carreggiate, senza aggiungere il timore su cosa potrebbe accadere in occasione di (non improbabili) incidenti stradali nel loro percorso…

Se si considera tutto questo, sostenevo, non v’è chi non veda come non vi sia alcuna opportunità che venga scelta quella zona, così come ogni altra della città o della nostra vivissima campagna, come sito idoneo alla realizzazione di un impianto di tal fatta. 

Un’istruttoria pubblica o un referendum popolare (come hanno deciso giovedì in Consiglio maggioranze vecchia e nuova), a nostro avviso, appaiono più come soluzioni scaricabarile delle responsabilità che deve assumersi chi la politica deve farla per davvero. 

Noi di Fratelli d’Italia, unici, già da subito, abbiamo dichiarato il nostro no politico all’istanza Edison.  

Attendiamo con fiducia che i tentennanti colleghi consiglieri e l’Amministrazione, dopo chissà quali altri studi e approfondimenti, si uniscano in fretta alla nostra posizione. 

Antonio Grassetticonsigliere comunale FdI

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