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Cronaca

Jesi Corpi di/versi, la finale del concorso che unisce poesia e disabilità

Tre giorni dedicati ai seminari sul tema del “prendersi cura”, dal titolo “Il corpo (non) mente”, promossi da Anffas e Pojesis, con il patrocinio del Comune di Jesi, l’appuntamento è per l’1, il 2 e il 3 settembre

Jesi – Sta prendendo forma l’iniziativa di 3 giorni dal titolo Il Corpo (non) mente, promossa da Anffas Pojesis, l’associazione di famiglie e persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, con il patrocinio del Comune di Jesi, rivolta al mondo della disabilità e dell’integrazione, che porrà l’attenzione sui temi del corpo e della diversità nell’ottica del prendersi cura.

Argomenti che saranno sviscerati da diverse angolazioni, coinvolgendo esperti in letteratura, filosofia, musica, arti figurative, con un ricco programma di appuntamenti di formazione e approfondimento.

A presentare l’iniziativa ieri mattina al Circolo Cittadino, il presidente dell’Anffas Jesi Antonio Massacci, il coordinatore Silvano Sbarbati, l’assessore all’associazionismo Loretta Fabrizi, il direttore di Asp Ambito 9, Franco Pesaresi, il medico geriatra Augusto Melappioni, il dottorando dell’Università di Macerata in Umanesimo e Tecnologie, Michele Cardinali.

Silvano Sbarbati, Antonio Massacci e Gaia Paradisi

Gli incontri sono fissati per venerdì 1, sabato 2 e domenica 3 settembre e si divideranno tra le due location della Sala dell’ex Circoscrizione San Francesco e il Teatrino San Francesco.

L’evento sarà anche l’occasione per lo svolgimento della fase finale del concorso di poesia Corpi di/versi“, sono 10 le opere finaliste che Anffas ha sottoposto alla valutazione di una variopinta giuria, coinvolgendo il mondo sanitario, scolastico e quello dell’imprenditoria.

A valutare le opere infatti sono state anche le alunne della classe 4 G del Lliceo Classico Vittorio Emanuele II di Jesi ed una rappresentanza della torneria meccanica di precisione Paradisi S.r.l., «un’occasione di confronto con le realtà del territorio – ha spiegato il presidente Antonio Massacci – perché l’obiettivo di Anfass è quello di formare la comunità attraverso la presa di consapevolezza della diversità e della disabilità nel tessuto urbano e questo è possibile solo incontrando il territorio».

Silvano Sbarbati, Antonio Massacci e la docente Rosella Bartolini

«La realizzazione degli elaborati per giudicare le poesie finaliste – hanno raccontato la professoressa Rosella Bartolini e il dirigente scolastico Floriano Tittarelli – ha rappresentato per le ragazze dell’istituto un momento di scambio profondo delle loro esperienze di vita riguardo ai loro vissuti personali sulla corporeità e un approccio alla poesia del tutto nuovo rispetto a quello scolastico abituale».

«Un momento di grande arricchimento che ci ha fatto conoscere l’associazionismo e ci ha riportato al vero ruolo della scuola per i giovani, cioè poter riflettere sul significato della vita e offrire quell’apertura mentale necessaria ad affrontare le esperienze future».

Un’esperienza di grande arricchimento anche quella riportata da Gaia Paradisi all’interno dell’azienda Paradisi S.r.l. che ha evidenziato come la tematica del prendersi cura sia alla base anche dei principi aziendali e come le contaminazioni con realtà molto diverse rappresentino il carburante per aprire la mente ed evolversi anche nell’attività imprenditoriale.

Franco Pesaresi

Anche l’Asp Ambito 9 contribuirà al buon esito dell’evento, il direttore Franco Pesaresi, ha infatti individuato le assistenti sociali che leggeranno i testi delle poesie finaliste.

«Quando si incontrano mondi e discipline diversi, tra scuola, sanità, associazionismo e impresa – ha detto il direttore – ne esce sempre un grande avanzamento. Dal connubio tra poesia, disabilità e fragilità nasce un profondo senso di armonia».

L’assessore Loretta Fabrizi ha espresso la soddisfazione dell’Amministrazione comunale nel vedere «una comunità educante che si è messa all’opera. Siamo tutti un po’ diversi e un po’ fragili in qualcosa ed è proprio in questa fragilità che si nasconde il nostro potenziale di risorse latenti. La scrittura è trasformatrice e ci rende sensibili, fornendoci un nuovo approccio alla realtà».

Augusto Melappioni

Anche il medico geriatra Augusto Melappioni ha espresso il valore dell’iniziativa sottolineando come «abbiamo bisogno di eventi come questo, perché la chiusura nei confronti della disabilità è un problema sociale ancora diffuso e dobbiamo stabilire un ordine mentale diverso. Questa è l’occasione di unire mondi diversi e fare comunità».

A tenere le fila degli interventi il coordinatore di Anffas Silvano Sbarbati che ha coinvolto i partecipanti nella descrizione delle attività seminariali di questi tre giorni dedicati al corpo e alla disabilità.

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