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Cronaca

JESI Covid-19, Maria Celeste è guarita: «Periodo difficile ma ringrazio tutti»

La mamma di Emanuele Pascucci, anche lui guarito: «Ho temuto di morire ma sono fuori grazie a una terapia sperimentale»

JESI, 21 aprile 2020 – È stata dimessa ieri dall’ospedale di Senigallia, dove era ricoverata per aver contratto il Covid-19, la jesina Maria Celeste Pennoni.

Per 40 anni ha lavorato in ospedale come psicoterapeuta e poi come dirigente della formazione, la 75enne ha superato un momento difficilissimo.

«Nel mese di febbraio ho attraversato un periodo di spossatezza – racconta – . Mi addormentavo sul divano, saltando anche il pranzo. Vivo da sola e i miei figli si sono preoccupati per me, ma eccetto la stanchezza stavo bene».

In quei giorni la famiglia si era riunita per una  conviviale.

«Nessuno di noi stava male o aveva sintomi ma dopo una settimana mio figlio Emanuele Pascucci ha avuto la febbre ed è stato ricoverato al “Carlo Urbani” di Jesi».

Ma pochi giorni dopo anche la signora Maria Celeste ha avuto la febbre alta.

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«Per fortuna i miei figli hanno insisitito per chiamare il 118: questa tempestività mi ha salvato la vita. Per un mese sono stata ricoverata all’ospedale di Senigallia: i primi giorni stavo bene nonostante le difficoltà respiratorie che l’ossigeno mi aiutava a superare. All’inizo di aprile mi hanno proposto la cura sperimentale che consiste in tre flebo e numerose terapie».

È stato in quel momento che lei ha avuto paura: «Ho temuto di morire, di non poter più riabbracciare i miei figli e i miei nipoti. Ho pregato perché fosse salva la vita di mio figlio, anche lui ricoverato ma a Jesi, in cambio della mia».

Accettata la terapia sperimentale, Maria Celeste Pennoni è stata sottoposta a due flebo, diverse terapie e controlli.

«Dopo mi sono sentita meglio ed è stata una sorpresa per tutti, forse questa reazione sarà oggetto di studio. Per fortuna la cura ha dato risultati perché ero veramente in crisi per il timore di non riuscire a rivedere i miei cari».

Ieri, finalmente, il rintorno tra le mura domestiche: «Ho provato una grande gioia: la famiglia mi ha aspettato con i palloncini e ha cantato una canzone che mi commuove. Ora sono a casa di mio figlio a Senigallia, sto riservata in camera anche perché i medici mi hanno detto che devo risposare, non me la sentivo di stare a casa da sola».

Tantissimo l’affetto ricevuto: «Devo ringraziare tutti i medici dell’ospedale di Senigallia, i medici e tutto il personale che ha dimostrato grande professionalità. Questo vale per tutti gli ospedali italiani dove il personale rischia la vita ogni giorno. Ringrazio anche tute quelle persone che mi hanno scritto e telefonato, il loro affetto mi ha aiutato a guararire. Ora spero di poter rivedere presto tutti di persona».

Eleonora Dottori

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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