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Cronaca

Jesi Da Monsano il “no” al nuovo impianto Edison

Il sindaco Roberto Campelli: «Non possiamo sempre barattare la salute e la qualità della vita con il profitto di grandissime aziende», si farà un Consiglio comunale aperto, ieri l’incontro in Comune con i Comitati di Quartiere, il Pd ribadisce la bontà del percorso intrapreso

Jesi – L’Amministrazione comunale esprime tutta la sua preoccupazione sull’eventuale costruzione di un nuovo impianto per il trattamento e recupero di rifiuti pericolosi che sarà situato nella zona industriale Zipa di Jesi, dove è già insediata l’azienda Edison che ha proposto il progetto.

Al coro delle preoccupazioni e dei tanti no già espressi da parte di cittadini, partiti, movimenti, associazioni, sindacati, il sindaco di Santa Maria nuova, si aggiunge, dunque, nel merito, anche la posizione di Monsano.

E lo fa attraverso l’intervento del sindaco Roberto Campelli.

«L’impianto – ha spiegato, infatti, il primo cittadino durante il Consiglio comunale del 30 luglio – verrà costruito in una zona già ad alto rischio ambientale e che da anni si parla di bonificare e riqualificare. Una zona nella quale, va ricordato, lavorano diverse migliaia di persone e dove già impattano tantissimi mezzi di trasporto che generano polveri sottili dannose per la salute dell’uomo. Ora, bisogna evitare che all’opposto si faccia l’esatto contrario autorizzando la costruzione di un impianto mastodontico che potrebbe lavorare più di 300.000 tonnellate/anno di rifiuti pericolosi».

«Naturalmente – ha continuato il Sindaco – siamo d’accordo sulla promozione  della transizione verso un’economia circolare dei rifiuti, ma pensiamo che ciò dovrebbe avvenire attraverso la progettazione di impianti più piccoli e sostenibili, attraverso l’individuazione di siti idonei, cercando di tutelare le nostre campagne e le nostre zone industriali che hanno visto negli anni uno sviluppo veloce e molto spesso privo di infrastrutture secondarie, tipo fogne, area di sosta, capacità ricettive ridotte».

Secondo la Giunta di Monsano bisognerebbe valutare congiuntamente quattro parametri: il livello di inquinamento delle acque superficiali, delle acque sotterranee e di falda; il livello di inquinamento acque reflue e il grado di inquinamento dell’aria.

Ognuna di queste voci ha dei valori limite che sono sotto soglia di pochissimo e un nuovo impianto potrebbe, anzi, andrebbe sicuramente a intaccare questo delicato equilibrio, senza alcuna possibilità di poter poi bonificare o trattare le acque.

«Non possiamo sempre barattare la salute e la qualità della vita con il profitto di grandissime aziende, o dietro l’offerta di qualche posto di lavoro – spiega Roberto Campelli -. Tali aziende presenteranno sempre tutte le carte in regola e rispettose delle leggi vigenti, ma ci saranno sempre altissimi rischi. Lo testimonia il caso dell’Abruzzo, per esempio in provincia di Pescara, dove proprio Edison è stata ritenuta responsabile dell’inquinamento del fiume Tirino. Siamo fiduciosi che tutte le parti coinvolte si siedano a un tavolo di concertazione per valutare nuove opportunità e soprattutto che venga messa al primo posto la sicurezza sul lavoro e dell’area. Auspichiamo anche un monitoraggio continuo e sistematico, obbligatorio per tutte quelle aziende che sono interessate da certi tipi di lavorazione pericolosi per i lavoratori e per la salute pubblica».

«Il controllo non deve essere lasciato solo nelle mani dell’Arpam, spesso priva di mezzi e personale adeguati, ma deve essere anche prerogativa del Comune ospitante il sito e dei Comuni limitrofi, i quali devono avere accesso ai controlli obbligatori che tali aziende devono garantire»

«Per questo, – ha concluso il Sindaco di Monsano – esprimiamo tutta la nostra contrarietà a un insediamento di tali dimensioni. Confidiamo nel prosieguo della spinta verso un’economia circolare del ciclo dei rifiuti, ma lo ripetiamo, che sia sostenibile per tutti».

E nella stessa seduta dell’assise comunale Diego Franzoni, capogruppo di minoranza di Monsano Insieme, ha chiesto una riunione specifica e urgente del Consiglio per approfondire la questione Edison in modo da poter dare la migliore informazione ai cuttadini attraverso un Consiglio comunale aperto, così come avvenuto a Jesi. Il Sindaco la convocherà nella seconda quindicina di agosto.

Nel frattempo ieri nella sala consiliare del Comune di Jesi, a porte chiuse, i Comitati di Quartiere hanno incontrato il sindaco Lorenzo Fiordelmondo e gli assessori Loretta Fabrizi e Alessandro Tesei. Stesso tema sul tavolo.

Mentre il Pd, attraverso il segretario cittadino, Stefano Bornigia, ha sottolineato ancora come «il percorso avviato dall’Amministrazione comunale è l’unico possibile, come richiede lo Statuto e come richiede la legge. Sia che la risposta sarà negativa o positiva abbiamo l’obbligo e il dovere di motivarla, allontanandoci, quindi, dai ragionamenti senza se e senza ma e entrando nella complessità di questo argomento tanto tecnico quanto politico».

E, a proposito delle tante polemiche generate dal caso Edison, «ci discostiamo completamente – sottolinea Bornigia – da ogni tipo di strumentalizzazione politica utilizzata in questo periodo da parte delle forze di minoranza e di esponenti direttamente a loro riconducibili, raccontando false notizie e attaccando personalmente i nostri rappresentanti in primis il Sindaco ma anche la Giunta, i Consiglieri e l’amministrazione tutta. Il confronto politico è necessario e fondamentale della città, purchè rimanga politico e non sfoci in attacchi personali al limite dell’accetrabile».

(foto in primo piano: il sindaco Roberto Campelli)

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