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Jesi Don Ezio Balestra, le cartoline a Eraclio Cappannini e ai combattenti

Le lettere che il parroco scriveva ai giovani militari della parrocchia di Santa Maria del Piano e la grande manifestazione, dopo la guerra, per chi era ritornato

di Vittorio Massaccesi


Jesi, 8 aprile 2023 – Tre settimane fa l’Amministrazione comunale di Jesi, d’intesa con la famiglia Cappannini, ha inaugurato una teca a lato dell’ingresso della Salara che raccoglie i cimeli appartenuti ad Eraclio, lo jesino partigiano fucilato dai tedeschi nel 1944, due mesi prima del passaggio del fronte.

Tra i vari ricordi che ogni cittadino può vedere presso la nostra biblioteca, c’è una cartolina di don Ezio Balestra (foto in primo piano), parroco di Santa Maria del Piano per un ventennio che io ho potuto conoscere molto bene.

La chiesa di Santa Maria del Piano

La cartolina è una delle centinaia che don Ezio spediva a tutti gli uomini della parrocchia richiamati alle armi nella seconda guerra mondiale. Un rapporto intenso che ha permesso una collaborazione con tanti e che, alla fine della guerra, don Ezio ha desiderato concludere con una grande manifestazione con tutti gli ex militari che erano potuti ritornare.

Una processione partecipata da tutta la popolazione dalla chiesa di Santa Maria fino al bivio oltre Minonna dove fu posta una grande croce, proprio in quell’occasione, con la presenza di tanti familiari degli ex combattenti. Purtroppo diversi non sono ritornati e, fra questi, il nostro Eraclio Cappannini del quale, in questi giorni, è stata presentata anche una biografia di Vittorio Graziosi.

La croce della processione


Scrive don Ezio: «Caro Eraclio, mi è giunta la tua cartolina. Perdona la dimenticanza: non sapevo che fossi della parrocchia di Santa Maria del Piano. Scrivimi ancora dicendo la via e il numero di casa tua. Già ti ho registrato tra gli altri miei carissimi militari della Parrocchia. Sii sempre buono e prega per me qualche volta. Tuo don Ezio Balestra».


Il piccolo museo ricorda anche il giaccone che Eraclio indossava il giorno della fucilazione. Il noto messaggio che egli è riuscito a scrivere su di una busta della Previdenza trovata a terra per la strada verso il martirio, conclude così: «Bacioni alla piccola Maria Grazia», che era la sua sorellina.

Questa sorellina da tanti decenni – da quando era impegnata con il clan Cappannini a lavorare le pellicce – ha sempre abitato nella casa attigua alla mia. Una donna, quindi, che conosco da decenni, che stimo e che è la testimone dei Cappannini in ogni iniziativa che ricorda il suo eroico fratello che ha dato la vita per la libertà. Maria Grazie è ormai, l’unica rappresentante diretta della famiglia di Eraclio.

La teca all’ingresso della Salara


Quanto sarebbe bello che gli alunni delle classi elementari e medie fossero accompagnati alla Salara per richiamare la loro attenzione, e far memoria, sull’esempio del giovane Eraclio.

Entrando nel palazzo della cultura, potranno anche acquisire il ricordo di un centro utile a frequentare.

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