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Cronaca

JESI Don Gerardo, il cappellano dell’ospedale al tempo del Covid

Il parroco di San Massimiliano Kolbe al “Carlo Urbani”: «La malattia è brutta ma lo è anche la solitudine»

JESI, 16 marzo 2021Don Gerardo Diglio è il parroco di San Massimiliano Kolbe e anche cappellano dell’ospedale “Carlo Urbani“: il suo ruolo, in particolare in questo momento, è preziosissimo perché fa da ponte tra i ricoverati e le famiglie, e offre il suo sostegno anche al personale sanitario della struttura.

«Quando ho iniziato a gennaio avevo paure e incertezze non tanto per il contagio ma perché temevo di non saper dare il giusto conforto alle persone – spiega -. Faccio da tramite con i familiari che non possono vedere i loro cari ricoverati: non mi sposto per i reparti, mi muovo solo su chiamata. Cerco di fare quello che è in mio potere: portare conforto alle persone. Le preoccupazioni non mancano ma bisogna affidarsi al Signore perché la malattia è brutta ma lo è anche la solitudine».

Vicino ai malati e alle loro famiglie, don Gerardo non dimentica neanche il personale sanitario.

«Lavorano moltissimo e non possono fermarsi a relazionare con i pazienti: questa è la cosa che li fa soffrire di più. Sono scarichi e hanno bisogno di supporto. Anche chi non crede ma vede una persona che è disposta ad ascoltare, ha fiducia e si avvicina».

Non si è mai interrotta da un anno a questa parte la relazione con le persone sole del quartiere: «I contatti telefonici con gli anziani non si sono mai fermati, nessuno è stato abbandonato dal centro di ascolto della parrocchia».

L’oratorio di San Massimiliano Kolbe

Circondato da giovani, ragazzi e ragazze, con i quali ha instaurato un grande rapporto, don Gerardo non nasconde preoccupazione per questa fascia d’età.

«I giovani non ne possono più, la mia paura è che crollino dal punto di vista psicologico e che possano cadere in situazioni non buone. Li sento spesso e leggo lo smarrimento nei loro occhi: hanno bisogno di contatti e relazioni. Spero fortemente nella campagna vaccinale affinché si possa uscire presto da questa situazione poiché il grosso del lavoro arriverà dopo».

Il parroco ha anche attivato un canale Youtube «dove le persone, anche quelle ricoverate, possano ascolatare la messa ma anche ricevere un messaggio, un saluto dai familiari».

Don Gerardo, prima di essere un prete, è stato un infermiere: «Ho ancora oggi l’abilitazione e mi sono reso disponibile nel caso ce ne fosse bisogno. Quando sto in ospedale e indosso camice e mascherina mi sento un po’ come se tornassi alle mie origini. Se serve anche l’oratorio della parrocchia è a disposizione per vaccinare».

Eleonora Dottori

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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