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Jesi e la sua Valle Stupor Mundi

Ci sono figure di donne e di uomini che travalicano i confini del tempo, accasandosi stabilmente in quel grande contenitore di fatti e di corsi e ricorsi chiamato storia.

Ci sono figure che appartengono alla Grande Storia, entrate di diritto nella nostra cultura e nell’immaginario collettivo tanto che al solo nominarle è difficile, se non impossibile sentirsi dire, e chi sarebbe? Certo, l’Imperatore jesino Federico II può essere annoverato tra queste. Ci sono  poi figure,  non meno  importanti, che appartengo alle nostre Storie di tutti i giorni,  alla nostra  quotidianità passata e  presente, a un territorio nel quale hanno vissuto e  hanno agito lasciando un segno indelebile. Il cui ricordo la comunità tende a perpetuare con eventi, racconti, rassegne, libri.  Ed è il caso di Primo Luigi Bini, per antonomasia il medico dei bambini, il pediatra per eccellenza, che poco più di 10 anni fa lasciava il suo mondo jesino per consegnarsi alla storia di questa città. 

E che storia, la sua.

In questo numero parliamo appunto di loro. Dello Stupor Mundi che ha segnato un’epoca con la sua impronta di sovrano illuminato e dalle spiccate attitudini di modernità, il Puer Apuliae diventato simbolo di un mondo e di un palcoscenico dalle mille sfaccettature, il Medioevo, attraverso il quale è passato, è il caso di dire, a volo di falco, dominando la scena.

E parliamo anche di un pediatra che, anche lui, ha lasciato tracce indelebili del suo essere stato qui, in questa città. E che anche il sottoscritto ricorda bene quando piccolino, al tempo della scuola elementare, era suo paziente. Non era come andare dal medico, ma da uno di famiglia, da uno zio. Che ti accoglieva col sorriso, il calore, l’empatia e quegli occhi buoni che non ho mai dimenticato.

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