Jesi e la sua valle Vado al Massimo

Per chi si sente investito dalla mission di rendersi in qualche modo partecipe e artefice della realtà nella quale conduce la propria esistenza, per chi si sente vocato alla vita politico – amministrativa, ebbene cimentarsi nell’occupare la poltrona di Sindaco è la prima vera palestra per incominciare a imparare l’arte del governare la cosa pubblica.

Intanto, perchè il primo cittadino di un Comune, pur essendo stato votato da una parte, rappresenta tutti, anche chi non lo ha scelto e questo, va da sè, è connaturato con il ruolo.

E il rappresentare tutti, in realtà piccole come la Vallesina, la città natale di Federico II compresa, significa anche che la maggior parte di quei tutti la si conosce. Ecco dunque che essere Sindaco alle nostre latitudini vuol dire anche essere davvero come un primus inter pares.

Tralasciando il fatto che, di questi ultimi tempi soprattutto, impegnarsi in tale incarico denota davvero un’autentica passione vista la disponibilità a 360 gradi che bisogna metterci, visto quel tanto di spregiudicatezza decisionista necessaria per non rimanere ingabbiati tra lacci e laccioli della nostra sempre presente e beneamata burocrazia, e visti anche i mal di testa per i conti che non tornano mai quando di pecunia da spendere ce n’è sempre di meno. Insomma, fare il Sindaco oggi è sempre più difficile e di qualunque colore siano, a loro va la nostra sincera ammirazione.

A loro che magari sono il vicino della porta accanto o l’amico di scuola o di sporti nostro medico di famiglia, o magari il nostro carrozziere di fiducia. L’uomo che fa la differenza, anche al di là dell’appartenenza.

In questo numero di JV ospitiamo chi l’incarico di Sindaco lo ha ricoperto per un decennio, Massimo Bacci, a Jesi, e chi lo è per prima volta da un triennio, Enrico Giampieri a Cupramontana. Due scuole diverse, ma identico impegno e passione. Leggere per credere.