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Cronaca

JESI Ex Giuseppine: «Struttura per chi è in sedia a rotelle o per altro tipo di disabilità?»

La consigliera Agnese Santarelli torna a chiedere chiarimenti sul destino delle ultime volontà dell’ex assessora Daniela Cesarini

JESI, 2 aprile 2021 – «A chi è rivolta la struttura delle ex Giuseppine?»: questo l’interrogativo della consigliera comunale Agnese Santarelli, Jesi in Comune, relativamente al primo piano dell’immobile di Piazza Pergolesi, individuato come sede per dare concretezza alle ultime volontà dell’ex assessora Daniela Cesarini.

Agnese Santarelli

Dopo ormai otto anni dal decesso della pasionaria, che scelse il suicidio assistito, la struttura da lei indicata nelle ultime volontà ancora non è stata realizzata ma l’assessore ai lavori pubblici Roberto Renzi, in Consiglio comunale, ha annunciato la sottoscrizione dell’accordo tra il Comune di Jesi e la proprietà dell’immobile.

La consigliera Santarelli che aveva posto la questione all’assise cittadina torna a chiedere chiarimenti: «A quale tipo di utenza è rivolta questa struttura? Questa è la domanda principale alla quale l’assessore Renzi non risponde. Perché? Forse perché dovrebbe ammettere che il progetto portato avanti con tanta caparbietà all’interno di un piano di recupero privato non è idoneo a ospitare persone in sedia a rotelle. E quindi dovrebbe ammettere che, pur di portare a termine il recupero del complesso San Nicolò, come progettato dalle ditte private, si può anche passare sopra a “dettagli” del genere».

La Onlus Daniela Cesarini, l’Anffas e l’Aiep avevano posto delle osservazioni al Comune di Jesi evidenziando criticità nella struttura individuata.

«Forse perché di fronte all’evidenza dell’inadeguatezza del progetto, dovrebbe trovare un modo credibile per dire, solo oggi e senza averlo condiviso con nessuno dei soggetti con i quali si è fatto finta di collaborare, che quella struttura non è pensata per le persone in sedia a rotelle come Daniela, ma per persone affette da altri tipi di disabilità. Ed allora esattamente per chi? E non sarebbe il caso di saperlo prima di progettare una struttura? Rispondere in questo caso non è cortesia, ma un dovere. Nei confronti del Consiglio comunale e della città e, soprattutto, nei confronti di Daniela che si sarebbe davvero meritata molto di più, per la sua storia, le sue battaglie ed il suo esempio. Non molliamo!».

(e.d.)

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