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Cronaca

Jesi Giorno del Ricordo, ricostruire la pacifica convivenza

Il sindaco Lorenzo Fiordelmondo ha deposto una corona d’alloro alla lapide commemorativa delle vittime delle foibe e per gli esuli giuliano dalmati

di Redazione

Jesi, 10 febbraio 2023 – I massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata ricordati nell’atrio del Comune, dove c’è la lapide commemorativa sotto la quale è stata deposta la corona d’alloro, nell’odierna solennità civile del Giorno del Ricordo.

Alla presenza del sindaco Lorenzo Fiordelmondo, che ha tenuto il discorso ufficiale, cittadini, consiglieri e assessori comunali, le Associazioni Combattentistiche e d’Arma, rappresentanti delle forze dell’ordine, il Commisario vice questore Mario Sica, il Comandante della Compagnia Carabinieri Capitano Elpidio Balsamo, il Comandante Polstrada del distaccamento di Jesi, ispettore Manlio Didimi, il capo distaccamento dei Vigili del Fuoco, Bruno Palmieri.

«C’è necessità di una civiltà della convivenza – ha tra l’altro detto il primo cittadino -, del dialogo, del diritto internazionale, della democrazia. Raccolgo un pensiero positivo a suggello di un ricordo tragico subìto dalle popolazioni giuliane e iniziato quasi 80 anni fa. Italia, Slovenia e Croazia, grazie agli sforzi congiunti e al processo di intergrazione europeo hanno fatto oggi, insieme, passi di grande valore. Gorizia e Nova Goriza sono state designate insieme unica capitale europea della cultura del 2025. Lo ha ricordato quest’oggi il nostro Presidente della Repubblica. Che rappresenti, questo, un passo decisivo verso una più forte cittadinanza europea, capace di ricordare a se stessa i propri errori e capace, quindi, di percorrere in modo deciso la strada della libertà, dell’equilibrio economico e sociale e della democrazia».

Il Sindaco ha poi voluto ricordare le figure di tre esuli giuliani, approdati a Jesi, «in rappresentanza di tutti gli altri ispirati da Franco Rismondo, presidente del Comitato provincale di Ancona dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia».

E si tratta di Guido De Denaro, esule da Zara, deceduto nel 2009, imprenditore affermato in oltre mezzo secolo di attività nell’industria dolciaria e nella torrefazione.

Sergio Macciò, deceduto nel 2011, cittadino benemerito per le oltre 100 donazioni Avis e cittadino onorario della Città di Jesi come combattente del Cil che operò vittoriosamente nel territorio comunale nel luglio del 1944. A lui si deve la riapertura del Cai insieme ad altri amanti della montagna, guida alpina, speleologo, presidente regionale dell’Associazione Alpini. Celebri le sue spedizioni in Groenlandia e sulle Ande.

Laura Poduje, lavorò alla Sadam sino al matrimonio e si è spenta lo scorso ottobre dopo 75 anni passati a Jesi dove era giunta nel 1947 all’età di 19 anni. Aveva portato la sua testimonianza in varie commemorazioni del Giorno del Ricordo.

«Tre persone, tre jesini, in rappresentanza della varietà eterogenea di esuli dal confine orientale. Una comunità unita – ha sottolineato Lorenzo Fiordelmondo – dal comune rimpianto dei luoghi natali che a Jesi ha ricominciato da zero, rimboccandosi le maniche. Senza clamori di piazza, meritando la stima di tutti quanti li hanno conosciuti. Anche a loro il nostro comune saluto, il nostro sentito ricordo».

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