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Jesi “Grida”: uno spazio nuovo per l’arte in via Pergolesi

Inaugurazione con una mostra intitolata “Fotografia e pittura”: al timone Lucia Paciarotti e Matteo Stronati, curatore artistico Davide Zannotti

Jesi, 26 luglio 2022Esci dal locale e subito, a sinistra, c’è il Palazzo della Signoria. E l’ingresso della biblioteca. Giri nella strada, a venti metri ti trovi in Piazza Federico II.

Un momento dell’inaugurazione

Credo sia il centro storico in cui ciascuno vorrebbe lavorare, magari vivere, lontano dai frastuoni ma vicinissimo al “vecchio cuore pulsante” della città. Qui, in questa zona, il “mondo intero”, privati, enti, politici, nelle passate “edizioni” di amministrazioni pluridecorate o monocromatiche, ha provato a fare di tutto per dare quel ritmo, magari lento, che animava o dovrebbe animare, quanti in queste viuzze, chiostri, vicoli bui, palazzi dall’architettura che richiama stili che hanno fatto la storia dell’arte, hanno trovato se stessi e il punto d’orgoglio di Jesi.

Da pochi giorni, in via Pergolesi, al 32 (una volta via degli Orefici), puoi scoprire un’iniziativa che solo i giovani, che hanno dell’oggi una visione non “trattata” da reminiscenze più o meno classiche, un locale, non grande ma che si fa vedere, già pieno di colori e di progetti, prospettive, che si chiama Grida” – inneschi d’arte, inaugurato con una mostra intitolata “Fotografia e pittura”. Direi con un certo successo, l’affluenza del fruitore “giovane” si è fatta subito notare, a loro basta un passaparola, sapere di poter sperimentare visivamente nuove tendenze o ricerca, li carica.

E finalmente! Lucia Paciarotti non ci ha pensato due volte, insieme ad alcuni compagni di viaggio ha deciso di affrontare il rischio di un’avventura che coinvolge soprattutto perché è notevole l’incidenza dei giovani sul nostro (…enni in poi) futuro. Con un amore deciso e preciso verso la propria città.

«Questa avventura, alquanto stramba e insolita per una piccola città di provincia – dice Lucia – per due persone che non si sono mai totalmente immerse nel mondo dell’arte, è nata così, in maniera altrettanto stramba! Un bando della Regione Marche che finanziava la creazione di impresa e la voglia di portare la bellezza dell’arte alla portata di tutti. E che cosa è successo? Alla fine la nostra galleria c’è! Sono ancora un po’ incredula a dire il vero, ma la felicità di un progetto personale che si realizza, dà sempre molta carica! La scelta del nome non è casuale, GRIDA nasce dalla fusione delle parole Galleria Inneschi D’Arte, perché questo è lo spirito che vogliamo animi il nostro spazio, un luogo che accenda sempre qualcosa di coinvolgente per il territorio e per chi entrerà a scoprire le opere…e poi vogliamo guardare lontano, facendoci sentire! È questo l’augurio che facciamo a noi stessi e non solo … gridandolo forte!».

Matteo Stronati è l’altro compagno di viaggio di Lucia.

Perché, Matteo, questa impresa che regala alla città un modo nuovo di vivere e proporre cultura?

«Perché abbiamo bisogno della bellezza e della potenza delle emozioni che l’Arte scatena in noi, soprattutto quando il cielo diventa sempre più grigio, la noia regna sovrana e le tasche si svuotano. E questo può avvenire portando l’Arte al centro di Jesi e da lì cercare di diffonderla in tutti gli spazi pubblici e privati a cui avremo accesso. Proponendo il lavoro e le opere di giovani artisti locali, in primis, aziende che ci possono affiancare, insomma è bello pensare a un comunità che vuole crescere, culturalmente, in ogni settore artistico. Senza essere esclusivi e creando soluzioni alla portata di tutti».

Con Lucia e Matteo al timone, il curatore artistico di Grida è Davide Zannotti, fondatore di “Magazzino d’Arte” e proprietario dell’Hemingway Cafè

Progetti futuri importanti, mi sembra di aver capito… 

«Non è facile nulla di questi tempi, ma l’arte in genere ha dimostrato di avvicinare cuori ed emozioni. Per cui vorremmo diventare un punto di riferimento. Far brillare la Galleria ed arrivare con le nostre opere nelle case, nelle aziende, nelle hall degli alberghi, ai matrimoni e in tutti quei luoghi che non aspettano altro. In vendita, a noleggio, per regalo o per la semplice gioia degli occhi venendoci a trovare».

Giovanni Filosa

(foto Amedeo Paradisi)

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