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Jesi Il flashmob di Amnesty contro il regime iraniano

Domani primo anniversario della brutale aggressione a Mahsa Jina Amini e dell’inizio delle proteste in Iran

manifestazione in memoria di Mahsa Jina Amini

Jesi – Per ricordare il primo anniversario della brutale aggressione a Mahsa Jina Amini e dell’inizio delle proteste in Iran, che cadrà domani 16 settembre, il Gruppo Antenna Jesi di Amnesty International ha dato vita sabato scorso a una manifestazione in Piazza della Repubblica, registrando una grande partecipazione.

manifestazione in memoria di Mahsa Jina Amini

Intende quindi ringraziare Anahita Dowlatabadi, voce emozionata ed emozionante delle storie delle vittime e le altre persone italo-iraniane presenti, le giovani attrici del TeatrOtello, che hanno rappresentato plasticamente l’oppressione esercitata da un regime dispotico e vessatorio, e Pooriya (Peris) membro di Isl, ideatore del progetto.

«Il grazie si estende ad Ànemos, Anpi, Arci, Bottega del Commercio Equo e Solidale, Casa delle Culture, Casa delle Donne, Consulta per le Donne e le Pari Opportunità, Rete Femminista Marche Molto + di 194 e Udi, che hanno partecipato attivamente al flashmob. E anche all’Amministrazione comunale, sempre sensibile e coinvolta nelle nostre proposte». 

manifestazione in memoria di Mahsa Jina Amini

«Tutti insieme abbiamo affidato alle immagini, alle parole e ai gesti il nostro messaggio di solidarietà verso le donne iraniane che sfidano i divieti del governo, mostrandosi in pubblico senza il velo e rischiando minacce, insulti e violenze, verso chi fa lo sciopero della fame contro una carcerazione arbitraria e chi rischia una condanna a morte, verso le ragazze intossicate dal gas per minare il loro diritto allo studio, verso chi grida “donna, vita, libertà” da un terrazzo all’altro o scrive slogan sui muri, verso chi chiede di ricordare i propri cari caduti, ma viene ostacolato da un regime che non ha pietà nemmeno per le tombe dei morti».

manifestazione in memoria di Mahsa Jina Amini

«Chiediamo con forza alla comunità internazionale di schierarsi con le donne e con i prigionieri di coscienza iraniani, non limitandosi a dichiarazioni pubbliche ma perseguendo percorsi legali per ritenere responsabili i funzionari iraniani di violazioni dei diritti umani diffuse e sistematiche. Chiediamo, inoltre, che chi fugge dalle persecuzioni in Iran possa avere accesso a procedure di asilo eque ed efficaci e invitiamo a firmare i nostri appelli a favore dei diritti della popolazione iraniana sul sito Amnesty.it».

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