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Jesi Incontri a Palazzo Bisaccioni tra storia e virologia
Oggi si parla del pensiero e dell’azione di Federico II con Tommaso Di Carpegna Falconieri, il 25 maggio il virologo e scienziato jesino Massimo Clementi presenta il suo romanzo dal titolo “L’ultimo maestro”
18 Maggio 2024
Jesi – Appuntamento a Palazzo Bisaccioni (foto in primo piano) oggi 18 maggio alle ore 17 con il convegno “L’attualità del pensiero e dell’azione di Federico II di Svevia” organizzato da Associazione Francesco Giovannini 1798 in collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi.
Relatore d’eccezione Tommaso Di Carpegna Falconieri dell’Università di Urbino, con ingresso libero.
La Fondazione Carisj, ormai da anni al centro delle attività culturali a Jesi, non è nuova nell’ospitare convegni e incontri di alto spessore.
Conclusa da pichi giorni la mostra su Virna Lisi Diva e Antidiva che ha visto la presenza di circa 11mila persone, Palazzo Bisaccioni ospiterà anche il prossimo 25 maggio alle ore 17 il virologo e scienziato jesino Massimo Clementi, che dopo decine di pubblicazioni scientifiche internazionali, testi per gli studenti di medicina e libri divulgativi, debutta con un romanzo dal titolo “L’ultimo maestro” edito da Baldini & Castoldi.
Il libro sarà presentato dall’autore con l’intervento e la guida del giornalista Giovanni Filosa, porterà il suo saluto il Presidente della Fondazione, Paolo Morosetti. L’ingresso all’evento è libero.
«L’idea di scrivere un romanzo – dice Massimo Clementi – è nata quando, studiando la storia della mia disciplina, mi sono imbattuto in una misteriosa epidemia inglese avvenuta oltre 500 anni fa, l’ho messa insieme con la meravigliosa avventura del Rinascimento di quegli anni, con le scoperte di nuovi mondi, e ho pensato al romanzo come modo ideale di raccontare tutto questo».
«Edward James Marcus, il protagonista del libro, è un personaggio di fantasia che rappresenta il mondo medico di quel tempo, privo di armi efficaci per vincere grandi sfide. Ma egli si sente anche un uomo del Rinascimento. Tutto quello che sta avvenendo intorno a lui gli offre la spinta per agire».
Oggi, ritiene l’autore, dovrebbe esserci una diffusa consapevolezza di quello che la scienza rappresenta.
Essa, certo, non è una filosofia, non è una religione, ma è uno strumento potente che dovrebbe essere sempre utilizzato per il bene dell’uomo.
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