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JESI Interruzione gravidanza e contraccezione gratuita: la legge 194 va rispettata

consiglio museo

Con un ordine del giorno le consigliere comunali Marguccio e Santarelli ne chiedono l’applicazione all’ospedale e un impegno da parte della Regione

JESI, 26 gennaio 2021Potenziamento dei consultori, contraccezione gratuita e mantenimento del protocollo per l’interruzione volontaria di gravidanza: questo l’oggetto dell’ordine del giorno presentato dalle consigliere Emanuela Marguccio, del Partito Democratico, e Agnese Santarelli di Jesi in Comune.

La richiesta è anche quella di far applicare la 194 all’ospedale “Carlo Urbani“. L’ordine del giorno sarà discusso nel Consiglio del prossimo 4 febbraio: se dovesse approvarlo esprimerà la propria contrarietà alla possibile sospensione, nella Regione Marche, della procedura per l’interruzione volontaria con metodo farmacologico presso strutture ambulatoriali pubbliche adeguatamente attrezzate, funzionalmente collegate all’ospedale e autorizzate dalla Regione, nonché consultori, oppure in day hospital.

Con il documento, le consigliere chiedono «al Presidente Acquaroli, alla Giunta regionale, al direttore dell’Area Vasta 2 e al direttore generale dell’Asur Marche, di investire per potenziare i consultori pubblici, per assumere un maggior numero di personale specializzato, per concretizzare e/o alimentare reti territoriali di supporto, per garantire la contraccezione gratuita a tutti e tutte, per assicurare la piena applicazione della 194 in ogni struttura, anche nell’ospedale “Carlo Urbani” di Jesi».

Nella seduta consiliare regionale del 15 dicembre scorso, «l’assessora Latini ha annunciato di voler svolgere una verifica di compatibilità tra le Linee guida del Ministero della Salute e la Legge 194, con l’idea di obbligare il ricovero ospedaliero per la somministrazione della pillola abortiva RU486, così come già deliberato in precedenza nella Regione Umbria, dichiarando di fatto di essere contraria ad una legge dello Stato – scrivono le consigliere, ricordando che – costringere una donna a un ricovero forzato di 3 giorni crea soltanto disagi e ostacoli, vista anche la carenza di medici non obiettori e la mancanza, nella maggior parte dei reparti di ginecologia e ostetricia, di aree separate ove accogliere chi si accinge a partorire e chi è ricoverato per altri motivi. La salute psicofisica della donna non si garantisce spendendo su inutili ricoveri che offrono il peggior risultato al più alto costo, ma investendo per potenziare i consultori pubblici, per assumere un maggior numero di personale specializzato, per concretizzare reti territoriali di supporto, per garantire la contraccezione gratuita a tutti e tutte, per assicurare la concreta applicazione della Legge 194 prevedendo che in ogni struttura ci siano medici non obiettori (come prescritto dalla legge), cosa che purtroppo non avviene da anni nell’ospedale “Carlo Urbani” di Jesi».

(e.d.)

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