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Cronaca

Jesi “Jesi. Città a misura”, il nuovo City Brand suscita polemiche

«Ci hanno tolto il Leone Rampante e a che prezzo!», l’agenzia di comunicazione La Content: «Andate su Instagram e guardate le pagine dei Comuni di tante città metropolitane o medie»

Jesi – Presentato dal Comune, sabato scorso a Palazzo dei Convegni, il nuovo City Brand realizzato con l’agenzia di comunicazione La Content, «per dimostrare che anche una città mediana può essere ambiziosa e a misura di tutti», si è sottolineato dall’Amministrazione comunale dopo il lancio del nuovo logo.

«Da oggi Jesi ha una nuova identità visiva per promuovere, raccontare ed esaltare le caratteristiche del territorio, rafforzando il legame e la partecipazione dei cittadini».

A presentare la nuova identità visiva, oltre al sindaco Lorenzo Fiordelmondo erano presenti Cristiano Carriero e Loretta da Costa Perrone, rispettivamente fondatore e responsabile del progetto di La Content, l’agenzia di comunicazione che si è aggiudicata la manifestazione di interesse.

Una nuova immagine, riconoscibile grazie anche al colore rosso che riprende quello dello Stemma del Comune e un nuovo payoff: “Jesi. Città a misura”. La parola “Jesi”, seguita da un punto fermo, assume un significato importante.

Il nuovo City Brand di Jesi

«E’ un’affermazione di identità e di personalità, una dichiarazione d’intenti che coinvolge la cultura, la storia e i cittadini, custodi di questo territorio e delle sue tradizioni, puntando a valorizzare la città in ogni suo aspetto».

La grafica e lo storytelling del City Brand compariranno nelle reti turistiche, storiche, sportive, artistiche, sociali, culturali ed enogastronomiche di Jesi, per raccontare di una città mediana a misura di tutti.

«Ma anche a misura di rapporti e reti che infatti si ritrovano graficamente nell’artwork: qui, il senso di comunità è forte e le relazioni tra persone, imprese e istituzioni creano connessioni solide che favoriscono la collaborazione e il progresso collettivo», ha scritto l’Amministrazione comunalw sulla pagina istituzionale nel presentare il logo.

Una campagna nella quale il Comune di Jesi ha investito 60mila euro, cifra che ha scatenato i malumori dell’opposizione.

«Caro Sindaco, la sua comunicazione è d’oro! – il commento da Jesiamo -. Il nuovo brand sostituirà quello di Jesi Città Regia, togliendo i pochi dubbi rimasti dell’idea di questa Amministrazione sulla figura dell’Imperatore Federico II. Per questo progetto sono stati stanziati ben 60.000 euro, che si aggiungono agli investimenti effettuati dal Sindaco a inizio consiliatura con l’assunzione di due figure dedicate proprio alla comunicazione evidentemente non ascoltate dal primo cittadino nel caso Edison».

«Cifra assolutamente spropositata se confrontata, ad esempio, con quanto stanziato per la recente e desolante Jesi Estate, dove sembra non vi fossero sufficienti risorse, e sconsiderata, dato il momento economico generale per un investimento sicuramente non prioritario: l’ennesimo capriccio a spese dei cittadini di una Giunta dalle mani bucate».

Ma le critiche riguardano anche la scelta dell’agenzia di comunicazione – che «poteva ricadere in una del territorio», dicono alcuni cittadini – del logo e della nuova immagine che andrà a soppiantare quella del Leone rampante, simbolo della tradizione jesina.

«Con un colpo si è cancellato 1.000 e più anni di storia, il simbolo della città di Jesi, il leone rampante. E’ come se a Roma fosse stata tolta la lupa. Gli jesini vogliono e devono essere rappresentanti da questo simbolo questo è il brand della città, e non linee e punti».

L’ex presidente del Consiglio comunale, Daniele Massaccesi ha evidenziato come quel punto dopo il nome della città sia del tutto simile al logo della città portoghese di Porto.

Similitudini

Per Jesi commenta: «Che cosa vorrà dire nel concreto valorizzare una città piena di buche ed erba alta, aspettiamo di saperlo dalla viva voce del responsabile del progetto. Chissà cosa ne pensano i cittadini che aspettano gli interventi di manutenzione, l’idea di valorizzate Jesi prima di avere dei buoni fondamentali di accoglienza e manutenzione rischia di consolidare l’immagine di una città che aveva storia e cultura ma è decadente».

Incalza, ancora una volta, anche il presidente di Confindustria Ancona, Pierluigi Bocchini.

«Non discuto la qualità ed i contenuti estetici del nuovo progetto grafico relativo al logo della nostra città. Ognuno ha le proprie sensibilità estetiche e potrà darne il proprio giudizio. Quello che discuto è la totale assenza di una strategia chiara per far decollare il Comune di Jesi come meta turistica».

«Rilancio dell’enogastronomia? Come farlo? Città d’arte? Con quali collegamenti e su quali itinerari? Eventi sportivi? Quali? Dove e con quali impianti? C’erano mille modi per investire 50 mila euro oltre Iva per far finalmente crescere Jesi come meta turistica, a partire dal miglioramento del cartellone di Jesi Estate, mai così squallido come quello del 2024.Quello dello studio grafico del logo è stato probabilmente il modo peggiore».

L’agenzia La Content, dal canto suo, chiamata in causa, ha risposto nel merito.

«Ringraziamo tutte e tutti per i commenti e per le osservazioni, tutte espresse con la massima educazione che contraddistingue questa comunità. Da parte nostra, è importante ribadire che La Content ha una sede a Jesi (in via Rossi, per la precisione), oltre a quella di Bari e quella di Milano».

«Non siamo qui per caso, siamo qui perché molti dei nostri collaboratori e collaboratrici sono marchigiani, siamo qui perché abbiamo vissuto in prima persona l’ospitalità, l’accoglienza e l’opportunità di questa terra meravigliosa. È altrettanto importante precisare che questo lavoro di comunicazione non comprende solo un logo, ma una serie di azioni che toccano tanti ambiti della comunicazione, di cui i social sono solo una parte. Molto impegnativa, ma una parte. Queste premesse sono doverose, prima di commentare colori, font, punti, payoff».

«Un invito, però, lo facciamo: andate su Instagram e guardate le pagine dei Comuni di tante città metropolitane o medie: Bologna, Milano, Torino, Ancona. Dopo andate sulla pagina di Jesi. E immaginate di essere uno straniero che cerca quella pagina per la prima volta. E diteci qual è quella con il maggior impatto. Siate orgogliosi della vostra terra e della vostra città. Le agenzie passano e cambiano, i loghi anche. Ma Jesi sta qui. Ed è ora di comunicarla tutti e tutte insieme come il luogo meraviglioso che è. Non metropoli, non provincia, ma città a misura. Città contemporanea».

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