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JESI “KAISER FRIEDRICH II”, LA SCULTURA DIPINTA DONATA AL MUSEO STUPOR MUNDI (video e foto)
17 Giugno 2019
Opera dell’artista tedesca Renate Busse, dopo la cerimonia di consegna è stata collocata nella stanza 15
JESI, 17 giugno 2019 – Il museo multimediale Stupor Mundi si arricchisce da ieri di un’opera dell’artista tedesca, di Schorndorf, Renate Busse: si tratta di una scultura dipinta, a pannello incernierato, il Kaiser Friedrich II.
Essa riprende e ripropone – ha ricordato nel suo intervento Loretta Fabrizi, docente all’Accademia di Belle Arti di Macerata – la famosa raffigurazione dell’imperatore contenuta nel trattato federiciano De arte venandi cum avibus e dopo la cerimonia di consegna, avvenuta nell’atrio museale, è stata collocata nella stanza 15, quella della cronologia.
Presenti all’evento la stessa pittrice, accompagnata da Doris Von Au, della città gemellata di Waiblingen, l’assessore alla cultura, Luca Butini, il padrone di casa, Gennaro Pieralisi, presidente e vice della Fondazione Federico II Hohenstaufen, Paolo Mariani e Franca Tacconi, la quale ha condotto la serata con la sua riconosciuta sapienza di cose federiciane e medievali – è anche direttrice del centro studi della Fondazione – sino alla scoperta del manufatto artistico che era rimasto in disparte, occultato alla vista da un telo blu.
Un evento accompagnato anche dagli intermezzi proposti da Ars Antiqua, con Daniele Gabrielli – che ha riproposto gli antichi suoni della ghironda e della crotta, antenata del violino – e Francesca Canapa, dalle movenze di Federica Squadroni ed Elisa Carletti di Motus Danza, e dagli Onafifetti – Giovanni Filosa, Mario Sardella e Marta Tacconi – con un pezzo scritto per l’occasione, e altri due momenti: La nascita di Federico II e il Ritorno di Federico II.
Emozionata Renate Busse che ha voluto sottolineare come «il mio Federico ha ora trovato il suo posto». Era suo desiderio farne dono al museo cittadino e i primi contatti – ha ricordato – erano avvenuti proprio tramite Giovanni Filosa e Mario Sardella accompagnati da Doris Von Au nell’atelier della pittrice. Da qual momento si è messa in moto tutta la macchina – con il successivo coinvolgimento della Fondazione Federico II Hohenstaufen – che ha condotto l’opera a Jesi.
«Questa città – ha riconosciuto l’assessore Butini – merita di sentirsi la città di Federico II proiettata anche verso scenari internazionali. Da un trentennio il costante lavoro della Fondazione ha creato le condizioni culturali e sociali che hanno consentito a un mecenate di donare questo museo arrivato al suo secondo anno di vita».
E il mecenate, Gennaro Pieralisi, ha voluto ricordare anche la fattiva collaborazione delle «Fondazioni Marche e Carisj e del Comune», riproponendo l’auspicio che «si possa arrivare presto a ricondurre Jesi a riappropriarsi di quel titolo di Città Regia che aveva già».
Un impegno anche per il presidente della Fondazione Federico II Hohenstaufen, Mariani, per il quale «questa è una giornata in cui bisogna affidarsi alle emozioni. Questo museo va vissuto per arricchire la nostra città. Federico ce lo chiede, noi glielo dobbiamo».
Pino Nardella
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