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Jesi La corte di Federico II luogo di incontro di dotti e scienze
“Condividere i saperi tra Oriente e Occidente” il tema delle giornate del Festival Stupor Mundi in corso di svolgimento
11 Maggio 2024
Jesi– L’immagine di Federico II che emerge dalla fonti è duplice e anche i termini che lo definiscono assumono valori positivi e negativi al contempo: lo Stupor Mundi è innovatore, ma anche modificatore della realtà ordinata da Dio e governata dalla Provvidenza, quindi diventa anticristo.
È quanto ha ricordato il professor Fulvio Delle Donne, direttore scientifico del Festival Stupor Mundi,dal tema “Condividere i saperi tra Oriente e Occidente”, in corso di svolgimento, introdotto dal professor Agostino Paravicini Bagliani, nel dialogo sui Saperi scomodi.
«Federico II è un innovatore, ma l’innovazione non sempre è assimilabile a valori positivi – ha detto Delle Donne –. Chi si discosta dalla cultura biblica, dalla rassicurante provvidenza divina, e modifica il mondo così come lo si conosceva nel Medioevo, non può essere visto in maniera positiva. Così Federico II da uomo di cultura e del dialogo, si trasforma prima in anticristo e poi in eretico, diventa epicureo».
Dante, Benvenuto da Imola e Villani lo descrivono come «dedito ai diletti corporali» e risoluto a negare l’immortalità dell’anima quando il corpo muore.
«Per Salimbene de Adam fu eretico perché epicureo – ha concluso Delle Donne – a conferma che ciò che appare positivo a noi, per i contemporanei di Federico II non era tale: il sapere è positivo solo se si è anche cristiani».
Il rapporto tra Federico II e i dotti arabi, schematizzati nella vicenda dei quesiti siciliani, è stato trattato dal professor Giuseppe Mandalà che ha subito specificato che bisognerebbe parlare di «risposte ai quesiti siciliani» avanzati dall’imperatore a Ibn Sab’in sull’eternità del mondo, sulle categorie, sull’immortalità dell’anima, sulla procreazione umana e animale e sulla frase del profeta Maometto secondo cui «il cuore del credente è fra due dita del Misericordioso».
Secondo lo studioso si tratta di un esercizio che trova corrispettivo nella Scolastica e rappresenta una tecnica argomentativa con domande e risposte in funzione didattica.
Nicoletta Rozza dell’Università di Napoli Federico II si è soffermata a parlare di Leonardo Pisano, il Fibonacci, del suo metodo di utilizzo della geometria per risolvere questioni matematiche, già conosciute e discusse, ma per le quali il matematico «percorre altre strade per trovare soluzioni o dimostrare l’impossibilità di risolvere il quesito – ha riferito – aritmetizzando Euclide e aprendo un nuovo filone scientifico con l’algebra geometrica. In tutte le opere del Fibonacci si parla di geometria, usata come strumento di prova dei percorsi risolutivi».
Il professor Stefano Rapisarda ha affrontato il tema, accattivante, dell’astrologia alla corte di Federico II e al rapporto con la letteratura, soprattutto la poesia.
«Da chiarire subito che oggi l’astrologia non ha lo statuto di scientificità, ma all’epoca era una scienza – ha detto Rapisarda -. Aveva un’importanza immensa, la praticavano tutti: cardinali, re, chierici e dotti. Non era lecito porre domande che contrastassero con il libero arbitrio, cioè l’indicia, ma era permessa l’electio, la domanda sul momento opportuno per fare qualcosa, in genere la guerra e la procreazione».
Per Rapisarda l’astrologia si praticava alla corte di Federico II, meno che in quella di Alfonso X o dei Plantageneti, e se ne trova traccia nella poesia siciliana per il tramite di quella provenzale, anche se molto scarsa.
In apertura della sessione pomeridiana ha preso la parola William Graziosi, ideatore e direttore del Festival Stupor Mundi, che ha sottolineato come questo evento vuole ricordare Gennaro Pieralisi,. «imprenditore e mecenate al quale si deve la costituzione del Museo multimediale Federico II, nella piazza dove l’imperatore è nato – ha detto Graziosi –. Un uomo che ha dato tanto alla città e che ha voluto valorizzare Pergolesi e Spontini e, adesso, Federico II».
Coordinati dal professor Antonio Musarra si sono alternati sul palco Agostino Paravicini Bagliani, Oleg Voskoboynikov, Teofilo De Angelis e Luisa Derosa, per parlare di scienza, natura, medicina e arte nell’età federiciana.
Per il professor Paravicini Bagliani il XII secolo è un discrimine per la conoscenza della scienza araba in quanto «è in quel momento che si iniziano a tradurre i trattati di filosofia, di astronomia, astrologia e medicina, soprattutto nella Spagna della Reconquista. Traduzioni dedicate ai vescovi o perché erano loro a commissionare le traduzioni o perché gli argomenti trattati potevano finire censurati, così salvaguardandone la traduzione. In fondo la latinitas era ignorante e la scienza araba era superiore, per questo si traduce tanto».
Il professor Oleg Voskoboynikov ha illustrato al pubblico l’opera di Michele Scoto e la scienza della natura «espressione di una koinè di dotti che ha assimilato Agostino, i dotti arabi e la scuola salernitana, ma anche segno di un approccio multidisciplinare e organizzato dal potere, dalla corte di Federico II, con collegamenti con l’università, Montecassino e anche la curia romana».
Teofilo De Angelis, dell’università della Basilicata, partendo dal racconto della prescrizione medica delle cure termali per l’imperatore svevo ammalatosi in avvio della crociata nel 1227, ha raccontato la storia della balneoterapia nella zona dei Campi Flegrei, dove c’erano «bagni utili per ogni singola malattia», costruiti dal mago Virgilio e quindi miracolosi. Stazioni termali che anche nel toponimo rimandano alla malattia che curavano, come i Bagni di Pietra le cui acque polverizzavano i calcoli renali.
«È Pietro da Eboli a parlarci dei bagni di Pozzuoli, descrivendo i 29 esistenti nell’area. Bagni dalle acque così miracolose che i medici di Salerno fanno una spedizione, ne distruggono le lapidi che indicavano i nomi e le virtù, perché perdevano pazienti, ma durante il ritorno periscono in una tempesta, tranne uno che racconta la vicenda. Sicuramente una storia falsa, ma il fatto stesso che esista questo racconto depone in favore della fama e utilità della balneoterapia».
La professoressa Luisa Derosa, dell’Università di Foggia, ha parlato della committenza federiciana nell’Italia del sud, in particolare dell’architettura civile e della scultura.
«Federico II torna dalla Germania nel 1220 e avvia un programma politico e di propaganda incentrato sulla costruzione di castelli e di decorazioni scultoree, come Castel del Monte e la Porta di Capua – ha detto -. Per quanto riguarda i castelli si tratta di una grande novità, passando dal mastio o dalla torre singola a una struttura a quadrilatero, con torri angolari. Per la prima volta nel sud la scultura parla un linguaggio europeo, con richiami alla committenza federiciana in Germania».
Stefano Rapisarda, Oleg Voskoboynikov e Maria Giovanna Fadiga, console a San Marino, hanno presentato l’edizione curata dalla casa editrice Imago dello “Schicksalsbuch” di Heidelberg, conosciuto anche come libro del destino.
Un’edizione in fac simile del volume che contiene diversi libri divinatori e testi di Michele Scoto.
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Conosci il Festival Federico II Stupor Mundi, visita il sito: https://www.festival-stupormundi.it/
(nelle foto anche l’esibizione al convegno presso l’Hotel Federico II di una rappresentanza in costune d’epoca dell’Ente Palio di San Floriano)
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