Cronaca
JESI CON LA CROCE IN SPALLA PELLEGRINI DI PACE PER L’ITALIA: «CHE BELLO AVER SCOPERTO CHE FEDERICO II È NATO QUI»
29 Marzo 2017
JESI, 29 marzo 2017 – Fratello Biagio Conte, 53 anni, di Palermo e fratello Martino, 36, ungherese di Budapest.
Missionari laici della missione Speranza e Carità di Palermo, sono in cammino, croce in spalla, in questa terza fase del loro pellegrinare per l’Italia, da sud a nord, diretti a Gubbio, nelle terre di San Francesco, dove contano di arrivare sabato.
Stamattina, 29 marzo – ieri erano partiti da Ancona – stavano attraversando Jesi e, naturalmente, non sono passati inosservati. Anche perché dispensavano saluti e messaggi un po’ a tutti. E anche perché sembrava di essere ritornati indietro di secoli, nel tempo.
“In questo nostro andare – dice fratello Biagio – vogliamo portare il segno della pace, della speranza verso chi crede e non crede, verso tutti, di qualsiasi religione. E conforto, e un sorriso…”.
Partiti da Palermo, dove la loro comunità opera a sostegno dei diseredati, soprattutto quelli che occupano la stazione centrale, con la croce in legno della stessa missione, sono arrivati a Roma. In San Pietro la benedizione del sacro simbolo e via, verso la Sardegna, percorsa tutta.
Quindi l’approdo di nuovo in continente “ed è un mese già che siamo in cammino, una trentina ma anche più di chilometri al giorno. Siamo passati attraverso le zone del terremoto dove abbiamo cercato, anche lì, di dare il nostro conforto. Ora eccoci qua.”.
Fratello Biagio, palermitano, conchiglia al petto simbolo del pellegrino che ha completato il famoso cammino di Santiago, 800 km, non sapeva che il grande Federico II fosse nato a Jesi.
“Che magnifica scoperta, lui che è il simbolo anche di Palermo, dove è sepolto. Mi sono ritrovato nella sua piazza per caso. Dovevamo passare da un’altra parte invece i nostri piedi ci hanno portato proprio qui: che emozione è stata…“.
Per anni costretto su una sedia a rotelle a causa dello schiacciamento di alcune vertebre, fratello Biagio – che dice di essere stato miracolato a Lourdes – adesso macina chilometri e porta speranza e sorrisi. Sempre con la croce in spalla.
Nel 2014 è uscito anche un film su di lui, di Pasquale Scimeca, film che ha ottenuto premi e riconoscimenti.