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Jesi La Form al Pergolesi, applausi che non finivano mai

Il concerto “Geografie Musicali” proposto dall’Orchestra Filarmonica Marchigiana con musiche di Borodin, Rachmaninov e Ciajkovskij ha offerto un ritratto di grande presa sul pubblico

Jesi – Come accade ormai da diverso tempo, L’Orchestra Filarmonica Marchigiana (“la colonna sonora delle Marche”) ha mostrato la sua maturità espressiva e la grande professionalità nell’approcciare compositori diversi, di mondi e stimoli culturali lontani.

Un esempio il concerto inserito negli appuntamenti chiamati “Geografie musicali” e che stavolta ha toccato la … tratta Mosca – San Pietroburgo.

Un grande lavoro sinergico e preparatorio ha proposto al pubblico, che gremiva entusiasta il Teatro Pergolesi, musiche di Borodin, Rachmaninov e Ciajkovskij per due ore di ottima musica, sotto la direzione approfondita e accurata di Manlio Benzi, al quale anche la città di Pesaro deve fare un applauso perché senz’altro ha contribuito, con la sua arte, alla proclamazione di Pesaro “Città della cultura 2024”.

Il pianista Gianluca Luisi, nostro conterraneo, è stato definito dalla critica mondiale uno dei migliori pianisti italiani del nostro tempo. I suoi concerti hanno riscosso entusiastici consensi dal pubblico di ogni parte del mondo.

Di Aleksandr Borodin è stato eseguito lo schizzo sinfonico “Nelle stelle dell’Asia centrale”, scritto in giovanissima età ma che ha dimostrato il talento spontaneo e il lirismo che gli hanno permesso di raggiungere una profonda maturità artistica, di cui Borodin stesso era cosciente.

Il concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in fa diesis min., Op. 1, di Sergej Rachmaninov, lega insieme la struttura sinfonica orchestrale, complessa, al virtuosismo dinamico del pianista, offrendo un ritratto musicale di grande presa sul pubblico.

Poi, un secondo tempo dedicato a Pëtr Il’ič Čajkovskij e alla sua Sinfonia n. 5 in mi min., op. 64. Un capolavoro assoluto, composto nel momento più turbolento della sua vita, in cui sembrava che la sua personalità si sdoppiasse nella scrittura della partitura, magnifica ed emozionante.

Lui stesso disse che questa composizione “esplora i temi del destino, della lotta e, infine, del trionfo”.

Un finale emozionante e quasi trionfale (la luce vince sull’oscurità) ha siglato il coinvolgimento assoluto del pubblico. Non solo con i compositori e la scelta del programma quanto con un’orchestra che ha letteralmente vissuto, rigo dopo rigo, due ore di grande maestria orchestrale.

Un programma che l’Orchestra Filarmonica Marchigiana ha proposto al meglio delle sue possibilità e capacità emozionali.

Non sempre capita di ascoltare concerti in cui i musicisti, dal direttore al pianista agli orchestrali, siano un regalo che avvicina ancor di più il pubblico alla Sinfonica.

Applausi che non finivano mai.

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