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Jesi La Repubblica Romana, “prova generale” per la futura unità d’Italia? -VIDEO

Tutto esaurito per la conferenza sul primo reportage di guerra della storia, il racconto degli avvenimenti del 1849 scandito dai 41 “calotipi” scattati all’epoca dal fotografo Stefano Lucchi

di Giovanni Filosa

Jesi, 13 febbraio 2023 – La Repubblica Romana fu davvero la «prova generale per la futura unità d’Italia?».

Per ricordare il 174° anniversario, il Centro Cooperativo  Mazziniano di Jesi ha organizzato, a Palazzo Bisaccioni, in Piazza Colocci, una conferenza sul tema Roma 1849 – La Repubblica Romana – Primo reportage di guerra della storia“.

Nel corso dell’incontro, partecipato e apprezzato da una sala completamente esaurita, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, Paolo Morosetti, ha usato questa frase, che in effetti dopo tre lustri avvererà il sogno di quanti volevano libertà e indipendenza. La costituzione della Repubblica Romana fu solennemente proclamata dal Campidoglio il 9 febbraio del 1849, la sua fine si materializzò nel sangue il 4 luglio con l’ingresso in città delle truppe francesi del generale Oudinot.

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Introdotta dal moderatore Mario Sardella, che ha voluto ricordare due grandi personalità come Dario Pulita ed Enrico Ciuffolotti fra i promotori del Centro Cooperativo Mazziniano, l’assessore Loretta Fabrizi ha sottolineato come all’esperienza repubblicana abbiano preso parte tutti i personaggi più importanti del Risorgimento italiano e come il reportage della dottoressa Maria Pia Critelli – presentato nel corso della conferenza – riveli il potere immenso che l’immagine ha sempre avuto nella storia e nella cultura.

La platea al completo, in primo piano l’assessore Alessandro Tesei

«Oggi – ha detto Loretta Fabrizi – avremo l’occasione di assistere a quella che può essere considerata la madre del reportage fotografico».  

Maria Pia Critelli – già responsabile del settore iconografico della Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea di Roma – ha parlato degli avvenimenti del 1849 attraverso la visione dei preziosi “calotipi scattati all’epoca da Stefano Lecchi, un fotografo che, attraverso 41 carte salate al bromuro di iodio, è riuscito a documentare la distruzione che Roma ha subito durante l’assedio dei francesi chiamati da Papa Pio IX. 

«Stefano Lecchi, subito dopo la caduta della Repubblica Romana, avvenuta il 3 luglio 1849, realizzò una serie di fotografie sui luoghi in cui Garibaldi e altri patrioti accorsi da tutta Italia, avevano strenuamente difeso la città, assediata dal corpo di spedizione francese inviato a restaurare il potere papale».

Maria Pia Critelli

«Alla narrazione e alla memoria si affianca così l’iconografia. Alcune delle immagini avevano una valenza commerciale, riproducevano luoghi, rovine di ville il cui l’antico splendore era ormai irrimediabilmente scomparso. In altre erano rappresentati luoghi che richiamavano eventi specifici e parlavano pertanto solo a chi sapeva e voleva ricordare».

«L’immagine diventa dunque documento-simbolo, un monumento del ricordo. L’adesione morale agli ideali della Repubblica da parte di Lecchi pare ulteriormente confermata da un’altra sua fotografia da me ritrovata nel fondo iconografico del Museo del Risorgimento di Roma, con la scritta “S. Lecchi 1851”. Si tratta della riproduzione della parte centrale del quadro di Filippo Vittori che raffigura i bersaglieri lombardi e i lancieri della morte che trasportano Luciano Manara gravemente ferito a Villa Spada».

L’assessore Loretta Fabrizi

Interventi e consensi da parte di una platea che ha scoperto – attraverso le immagini e il prezioso contributo della dottoressa Critelli – alcune pagine importanti della storia italiana, e in particolare del breve periodo di vita della Repubblica Romana.

L’abbiamo brevemente intervistata: ecco il video.

©riproduzione riservata

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