Cronaca
Jesi Ladri “sportivi”, rubano oro, orologi e 5 medaglie vinte al judo
Casa a soqquadro, capovolto il letto: strano interesse per quei cimeli dello sport di nessun valore se non affettivo ai quali la famiglia tiene in modo particolare
10 Giugno 2023
Jesi – Un furto per certi versi anche alquanto bizzarro quello accaduto nella mattinata di giovedì scorso al quartiere Prato.
I ladri sono entrati senza troppe difficoltà nell’appartamento al terzo piano utilizzando le chiavi che l’anziana che vi abita col marito aveva inavvertitamente perso o forse lasciate appese al portone di casa o del garage. Lei non riesce a ricordare. Ma chi ha agito probabilmente conosceva i movimenti della famiglia. E ha colpito a botta sicura.
Marito e moglie – come racconta la nuora – nella mattinata di giovedì si erano recati all’ospedale di Torrette per una visita e in questo frangente, in assenza della coppia, i malviventi – o il malvivente – sono entrati in azione, indisturbati.
Hanno messo a soqquadro l’intera abitazione, aprendo tutti i cassetti, smontato e capovolto persino il letto: quindi, hanno richiuso la porta e se ne sono andati portandosi via le chiavi, lasciando così i proprietari impossibilitati a rientrare. E, comunque, costretti poi a provvedere subito al cambio di tutte le serrature, visto che nel mazzo sparito c’erano anche altre chiavi oltre a quelle dell’appartamento.
Il furto, per il quale procede la Polizia intervenuta nella stessa mattinata e a cui verrà formalizzata la relativa denuncia, è stato quantificato in 5 orologi, ricordo di famiglia, una spilla d’oro, un cameo con pietre preziose ricevuto in regalo per un anniversario, altri monili di valore e… 5 medaglie conquistate nella pratica agonistica del judo (foto in primo piano).
All’apparenza sembra incomprensibile la scelta di trafugare anche le 5 medaglie, e viene da domandarsi il perché. Probabilmente per il colore, quello dell’oro.
«Se rubi e rubi in fretta non stai a scegliere, erano ricordi molto importanti, specialmente per i mie suoceri, racchiudevano anni di sacrifici del figlio, mio marito, per raggiungere quei traguardi nel judo», racconta la nuora.
Le medaglie, custodite gelosamente in un quadro, rappresentavano i successi conseguiti dal figlio dei derubati che dall’età di 7 anni aveva iniziato a praticare la disciplina sportiva fino a raggiungere i 35 anni di attività, limite massimo per gareggiare. Attualmente l’ex atleta continua nel mondo del judo come istruttore e presidente di giuria.
«I mie suoceri sono stati toccati nell’anima, negli affetti personali, un bracciale e un anello si possono ricomprare, ma quelle medaglie, che un ragazzo ha vinto con tanti sacrifici, sono ricordi, per un genitore, che hanno un grande valore, un valore inestimabile, al contrario di quello che ne potrà ricavare il ladro».
«La cosa che più ci preme è che se fossero ritrovate ci vengano restituite, perché sicuramente verranno buttate nella spazzatura quando ci si accorgerà che non hanno un valore economico».
© riproduzione riservata