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Cronaca

Jesi L’incidente alla Cnh, le reazioni di Mastrovincenzo e dell’Anpi

Per il consigliere regionale occorre fare molto di più per la sicurezza sul lavoro, Rosalba Cesini: «Servono misure radicali e strutturali»

incidente mortale cnh

Jesi – Sono diverse e da ogni ambito le reazioni arrivate in seguito all’incidente mortale sul lavoro verificatosi questa mattina allo stabilimento della Cnh. Tra queste, anche quella del consigliere regionale Antonio Mastrovincenzo e di Rosalba Cesini, presidente Anpi di Jesi.

Antonio Mastrovincenzo

«Ancora una morte sul lavoro. Questa volta a Jesi, nello stabilimento della Cnh dove stamattina ha perso la vita un operaio di 55 anni. Anche nella nostra regione sono sempre più numerosi questi tragici fatti. Occorre fare molto di più. Sul Piano Triennale del Lavoro in discussione lunedì in Consiglio regionale, presenteremo emendamenti per incrementare le risorse per la #sicurezza sul #lavoro, aumentare il numero di addetti alla prevenzione e dei controlli nelle situazioni di sub-appalto».

«Chiederò inoltre a breve la convocazione di una seduta urgente monotematica della Commissione Sviluppo Economico e Lavoro per affrontare questa tematica coinvolgendo enti preposti e parti sociali».


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Rosalba Cesini

«L’Anpi di Jesi partecipa al lutto per la morte dell’operaio precipitato stamattina dal tetto della Cnh Industrial. La strage infinita dei nostri lavoratori ci rattrista e ci indigna perché mostra in maniera lampante la contraddizione di un Paese che costituzionalmente dev’essere fondato sul lavoro e le misure di sicurezza che sono, evidentemente, drammaticamente e largamente inadeguate».

«Ciò che è avvenuto è davvero il lutto della nostra comunità, ma non ci si può limitare al pur doveroso cordoglio. Non si può morire per lavorare. Non era questa l’Italia che hanno sognato i Partigiani. Non è questa l’Italia disegnata nella Costituzione, ove si recita che l’iniziativa privata è libera, ma non può svolgersi in modo da recare danno alla sicurezza. Occorrono misure radicali e strutturali. Un Paese che conta mille morti all’anno e centinaia di migliaia di feriti sul lavoro non è un Paese civile».

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