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Cronaca

Jesi L’ultimo saluto ad Antonio Brocani: «Ora sei nella pace e doni pace»

La chiesa del Divino Amore e il sagrato gremiti di parenti e amici, poi lancio dei palloncini bianchi tra i quali spiccava un cuore azzurro, quello di Antonio

JesiIn tanti, nonostante la morsa del caldo, non hanno rinunciato alla possibilità di dare l’ultimo saluto all’ex chef jesino Antonio Brocani, che si è spento all’età di 63 anni, dopo una lunga e coraggiosa lotta contro la Sla, malattia che lo teneva immobilizzato a letto da 12 anni. Questo pomeriggio la cerimonia funebre presso la parrocchia del Divino Amore, officiata da don Paolo Ravasi.

Gremita di parenti, amici e familiari la chiesa, così come il sagrato antistante. Tutti uniti nel dolore ma anche nell’amore, animati dal desiderio di celebrare con questo addio la vita di un uomo che ha saputo affrontare le avversità con coraggio fino all’ultimo istante.

«Un cuore buono e disponibile, sempre pronto ad aiutare gli altri e prima di tutto la sua famiglia, i figli e la moglie Maila, che lo hanno sostenuto tenacemente nei momenti di difficoltà, arrivati dopo la malattia».

Tra questi ed altri ricordi si sono stagliate le parole dell’omelia di don Paolo, che ha raccontato di aver conosciuto Antonio non appena preso servizio in parrocchia.

«Sono andato a presentarmi a casa sua e lui con il puntatore mi ha scritto Ciao! Ti voglio bene!!», da lì è nato il legame con un nuovo amico che oggi ha avuto l’onere e l’onore di celebrare il suo ultimo saluto.

«Affidiamoci alla parola di Dio che illumina questo momento di fede e lenisce il dolore – ha detto don Paolo, che riprendendo il testo del Vangelo, ha aggiunto – anche tu Antonio hai combattuto una battaglia, al tuo fianco hai avuto Maila e i tuoi figli, pronti a sostenerti giorno e notte. Ora sei nella pace e doni pace».

Antonio era un uomo la cui vita è stata un esempio di coraggio e resilienza, ma soprattutto, di un amore incondizionato che lo ha legato indissolubilmente a sua moglieMaila. Prima della malattia era conosciuto per il suo talento da cuoco, era lo chef del ristorante La Grotta del Frate di Staffolo e collaborava con l’azienda Fileni per cui sviluppava nuovi progetti culinari.

Proprio poche settimane fa la soddisfazione per la moglie di riuscire a organizzare una vacanza al mare, grazie al supporto dell’associazione Insieme a te. La coppia era stata ospite della Spiaggia dei Valori in località Punta Marina Terme, in provincia di Ravenna, permettendo ad Antonio di bagnarsi nelle acque del mare. L’ultimo bellissimo viaggio prima del suo saluto alla vita.

A conclusione della cerimonia, in tanti sono saliti sull’altare per leggere un saluto e mandare un ringraziamento ad Antonio. Primo fra tutti il figlio Matteo che ha voluto ringraziare a nome di tutta la famiglia gli amici, i parenti , gli operatori sanitari che hanno assistito Antonio in questi ultimi 12 anni di malattia.

«Grazie babbo per tutto quello che ci hai insegnato spero di diventare un giorno un padre come te».

Poi l’intervento della cognata e del sindaco di Staffolo, Sauro Ragni, che ha ricordato le prodezze da chef di Antonio, ringraziandolo per aver dato nuova vita a un locale ormai dismesso rendendolo conosciuto in tutto il territorio e oltre.

Infine, le parole della moglie Maila che hanno toccato le corde del cuore di ogni singolo presente.

«Questa notte ho provato a scrivere per te e ho scritto fino allo sfinimento. Ma ho capito che in fondo bastano poche parole per esprimere quello che sei. Sei sempre stato l’eccezione che conferma la regola, hai stupito tutti, vivendo più del tempo che i medici avevano previsto. Ci hai insegnato che non si molla mai e che l’amore vince su tutto. Sei stato un maestro e io la tua allieva e ti ho amato più della mia stessa vita».

«Adesso che ti sei liberato dalle catene del tuo corpo sofferente, puoi nuovamente indossare la tua divisa da cuoco e cucinare per tutti, ad aspettarti lassù ci saranno i nostri cari, qualcuno avrà già apparecchiato la tavola, qualcuno acceso i fornelli. Posso solo immaginare la tua festa».

«Noi quaggiù cercheremo di renderti orgoglioso, volevi che questo giorno fosse felice e che leggessi a tutti i tuoi ringraziamenti: “Il primo fra tutti va alla famiglia Fileni, poi a te Maila, a Matteo e Alessio, per essere diventati grandi anche senza il mio aiuto, a Giorgio, a tutti gli amici che mi hanno donato il loro tempo“».

«Ho rispettato le tue richieste e ora sono io che ti chiedo di darmi la tua forza per riuscire ad affrontare il domani. Racconterò ai nipotini che sei stato un eroe e non ti sei mai arreso. Di fronte alla malattia hai vinto tu perché hai fatto sempre quello che volevi. Ora è il momento di lasciarti andare».

Un lungo applauso ha suggellato la commozione dei presenti che hanno accompagnato il feretro fino all’esterno della chiesa. Poi, prima della partenza per il cimitero, le note diGrande amore“, del gruppo Il Volo, hanno riempito l’aria insieme al bianco dei palloncini che sono stati liberati per disperdersi nel cielo, tra di essi uno azzurro a forma di cuore, il cuore di Antonio, che ora può volare.

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