Cronaca
JESI MAURIZIO COLTORTI, L’ARTE DI VESTIRE LO STILE
29 Marzo 2016
JESI, 29 marzo 2016 – Potresti ascoltare per ore Maurizio Coltorti senza che il tempo, con il suo scorrere, intervenga a porre un limite. Parole appassionate, declinate con competenza e stile. Parole che vestono il suo sentire di imprenditore, coniugato in un brand che non ha eguali perché «“Coltorti” non imita, fa tutt’altro rispetto ai competitor».
Da 80 anni la moda e lo stile abitano le sue boutique multi brand che a oggi sono 6: Jesi, Ancona, San Benedetto del Tronto, Macerata, Pescara e Miami le città che le ospitano, con spazi espositivi perfettamente armonizzati in centinaia di metri quadrati dalle forme lineari e dalle atmosfere sofisticate che evocano uno stile chic e contemporaneo.
La capacità di unire le persone, il desiderio di scoprire talenti e la curiosità di percorrere nuove strade sono un unicum che definisce l’immagine dell’uomo e dell’azienda “Coltorti”. Una realtà imprenditoriale che si sta muovendo «in maniera globale e sta presidiando tutte le possibilità di crescita: stiamo diventando un modello riconosciuto a livello internazionale».
Chi è il cliente che sceglie “Coltorti”?
«Oggi il cliente che sceglie di affidarsi a noi proviene principalmente da quelle nazioni notoriamente focalizzate al fashion. Le boutique virtuali permettono di raggiungere clienti in tutto il mondo.
Il cliente è attento ai dettagli, è alla ricerca di un’esperienza d’acquisto memorabile e si affida totalmente alla consulenza “Coltorti”. Diventa così protagonista assoluto, si muove in spazi fisici o virtuali dove confluiscono esperienze interessanti e dove hanno inizio le progettazioni di outfit che rispecchiano il suo stile personale, definendo un’immagine coerente con il suo modo di essere.
A livello internazionale abbiamo richieste di consulenze per aperture di spazi simili al nostro, la difficoltà non è riempire un contenitore, ma possedere la capacità di selezionare e mixare per il cliente prodotti di alto livello, con professionalità e competenza.
Clientela internazionale, allora…
«Sì, Giappone, Nord America, Gran Bretagna, ma anche Arabia e Australia, “Coltorti” si sta muovendo a livello globale e sta presidiando molteplici possibilità di sviluppo.
I nostri brand non sono prodotti che si acquistano da soli, la competenza dei nostri consulenti è ciò che fa la differenza, una qualità che ci contraddistingue .
Attraverso le nostre boutique vogliamo creare suggestioni.
A Pescara, ad esempio, la prima boutique fuori regione, abbiamo avuto l’obiettivo di affermarci come un hub dello stile, capace di proporre esperienze stimolanti, un luogo di piacevole ispirazione, in grado di offrire un servizio di alta gamma. E l’accoglienza è stata piacevolmente calorosa.
Che spazio hanno i giovani nella sua azienda?
«Negli ultimi due anni ben 3000 ore sono state investite nella formazione di 90 dipendenti, ci sono consulenti che sviluppano progetti su visioni innovative. E’ un’azienda aperta, vorrei avvicinare università e istituzioni per consentire ai ragazzi di fare esperienza presso i nostri spazi, qui c’è tanto da imparare perché abbiamo investito tantissimo per creare un’azienda dinamica e pronta al cambiamento, oggi sempre più repentino. Fatturiamo 40 milioni di euro, si potrebbe fare anche di più, ma preferiamo crescere lentamente consolidando le nostre basi, sulle quali poter costruire ».
Quali sono le novità per il 2016? Qualche anticipazione?
«Stiamo lavorando su diversi progetti strategici, uno in particolare, è in fase di lancio. Si tratta di un servizio unico, che unisce il meglio della sartoria made in Italy allo stile fashion del “su misura” dei più importanti brand del lusso e alla nostra capacità di selezionare i migliori prodotti per vestire lo stile personale di ogni nostro cliente. Il progetto si chiamerà Coltorti Handmade e prevede quindi un servizio di personalizzazione total look dallo stile contemporaneo che da sempre ci contraddistingue. E’ un’esperienza sempre nuova, sempre unica, sempre diversa.
Cos’è per lei la mancanza di stile?
«E’ quando non si ha la consapevolezza di cosa significhi fare stile. Lo stile è un’identità, un obiettivo di chi vuole trasmettere una chiara esperienza. La mancanza di stile è la non volontà di avere stile, è chi pensa di trasmettere la propria immagine non lavorando su se stesso. Noi aiutiamo il cliente a essere se stesso in un contesto sociale nel quale si deve essere percepiti nel migliore dei modi. Aprendo il suo guardaroba il nostro cliente sa scegliere, sicuro di comunicare un’immagine che rispecchia in pieno la propria personalità in ogni occasione».
Il coinvolgimento nella Jesina Calcio? Le maglie firmate “Coltorti”?
«Non si tratta solo delle maglie, sono arrivato alla Jesina Calcio come sponsor, ma uno sponsor diverso dal solito, più operativo. Ho trovato grande disponibilità da parte di persone che hanno realmente voglia di un cambiamento, di creare una realtà sociale. Seguo con grande piacere, oltre la prima squadra, il settore giovanile, 400 ragazzi, settore strategico per il futuro. Mi piacerebbe partecipare alla progettazione di una scuola calcio in cui tutte le società minori possano essere unite, arrivando quindi ad avere 2000 giovani, e non 400. Resta vivo anche il progetto di far diventare la Jesina un vero e proprio brand, un modello di riferimento in cui i giovani ci si possano riconoscere. Oggi lo sport non è dato solo da obiettivi tecnici, ma è uno stile di vita, che unisce i giovani motivati da un’unica, grande passione».