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Jesi “Nessun muoia!” chiude il Festival: inclusione e benessere con OperaH

A raccontare il progetto c’è Aletheia, mostra fotografica di Marco Pozzi che sarà inaugurata il prossimo 7 settembre (ore 18) presso la Galleria degli Stucchi di Palazzo Pianetti

Jesi – Il 18 settembre alle 21, il Teatro Pergolesi ospiterà la chiusura del XXIV Festival Pergolesi Spontini con lo spettacolo “Nessun muoia!”, una performance di teatro sociale e danza ispirata alle eroine di Giacomo Puccini.

Protagonista della serata sarà la compagnia OperaH, composta da attori con disabilità, mentre gli studenti delle scuole locali hanno curato scene, costumi e contenuti multimediali grazie al progetto educativo “Banco di Scena”.

Questo evento è parte del progetto Social Opera, vincitore del Premio Nazionale Inclusione 3.0 nel 2022, che promuove l’integrazione attraverso l’opera lirica. Una mostra fotografica, Aletheia, di Marco Pozzi, documenta il lavoro svolto e sarà inaugurata il 7 settembre a Palazzo Pianetti.

La sostanza è semplice. E coinvolgente, come hanno spiegato le personalità intervenute e Lucia Chiatti, direttrice generale della Fondazione Pergolesi Spontini, con l’entusiasmo che la contraddistingue.

Ogni anno, a Jesi, nell’ambito delle attività di welfare culturale, la Social Opera entra in menti, case, laboratori, scuole, teatri e ambiti socio sanitari, che realizzano progetti di profondo valore sociale. Andiamo per gradi e appuntamenti.

Mercoledì 18 settembre andrà in scena nel Massimo jesino, “Nessun muoia!”, una performance non solo lirica che comprende le anime del Teatro, cioè danza, recitazione, movimento, con protagonista la Compagnia OperaH, un gruppo di persone con disabilità fisica e intellettiva che ha, come riferimento costante e fattivo dietro le quinte, studenti delle scuole cittadine e i loro insegnanti, oltre alle maestranze della Fondazione, per progettare scene, costumi e luci multimediali. La regia è di Simone Guerro e Arianna Baldini, con attori, musicisti e, come collaboratori, studenti del Liceo Artistico Mannucci e dell’Iis Marconi Pieralisi.

«È arduo descrivere il processo creativo per la messa in scena, che parte da musiche pucciniane, è stato un lavoro non facile ma unico, per gli scopi che contiene», ha detto il regista Simone Guerro. A raccontare come nasce e si sviluppa una “Social Opera”, ci sarà Aletheia, ovvero lo “svelamento di una verità profonda”, una mostra fotografica di Marco Pozzi, profondissima e sentita, che ha documentato un intero anno, attraverso il linguaggio della fotografia e della creatività, l’esperienza e il benessere della salute dei beneficiari che, attraverso la musica e la danza, aumentano autostima e arricchimento nell’intera comunità.

Il dottor Marco Pozzi, direttore del reparto di cardiochirurgia pediatrica all’ospedale di Torrette fino a un anno fa, conosciuto in tutto il mondo, ha dato la sua esperienza e la sua creatività emozionale lavorando per oltre sette mesi, documentando, attraverso i suoi scatti, tutti i soggetti durante il lavoro di creazione e di preparazione alla recitazione e alla danza, fino a crearne una mostra che aprirà i battenti, il 7 settembre, sabato, alla Galleria degli Stucchi di Palazzo Pianetti, alle ore 18.

L’intero progetto, molto appassionante, che mostra l’importanza dell’inclusione nel nostro mondo della disabilità, come hanno spiegato il sindaco Lorenzo Fiordelmondo e l’assessore alla cultura Luca Brecciaroli ha come amici importanti, la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, il cui presidente, Paolo Morosetti ne ha auspicato la realizzazione anche nel prossimo anno. Così come associazioni territoriali sanitarie, indispensabili, e il Nuovo Spazio Studio Danza. Un lavoro che ha coinvolto una intera comunità.

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