Attualità
JESI OPPOSIZIONI UNITE CONTRO IL “NUOVO” BIODIGESTORE: «NESSUN RISPETTO PER I CITTADINI»
1 Agosto 2019
«Concetto distorto della partecipazione, ci si chiede di votare su cose nuove, mai discusse»
JESI, 1 agosto 2019 – «L’atto di indirizzo sul biodigestore contiene elementi importanti di cui mai si è discusso. Questo significa che la maggioranza non ha alcun rispetto per i cittadini».
Convinte e unite le opposizioni: il Partito Democratico, Jesi in Comune – Laboratorio Sinistra, il Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Insieme Civico sono d’accordo nel definire «inaccettabile» l’atteggiamento della maggioranza e della Giunta sul biodigestore (leggi l’articolo) e lo hanno ribadito, insieme, nella conferenza stampa di questa mattina.
L’impianto per il trattamento dei rifiuti umidi sarà votato sabato 3 agosto in Consiglio comunale, convocato con urgenza dopo il rinvio (leggi l’articolo).
«Il metodo Massaccesi – ha detto Francesco Coltorti, Jesi in Comune, riferendosi al presidente dell’assise cittadina – con l’avallo della maggioranza e della Giunta, ha un concetto distorto della partecipazione. Il Consiglio aperto sul biodigestore (leggi l’articolo) gli incontri avvenuti in Municipio (leggi l’articolo) sono stati inutili: l’atto di indirizzo, che è arrivato il 30 luglio, introduce questioni importantissime di cui mai si è parlato. Cosa altrettanto grave è che ora ci si chiede di votare su cose nuove: la collocazione dell’impianto, che pare non sia più Coppetella ma l’ex Sadam, la proprietà privata dell’impianto al 51% . Questioni non da poco».
La gestione privata dell’impianto ha fatto sobbalzare le opposizioni (leggi l’articolo) che chiederanno il rinvio della pratica a settembre. Arrabbiata Claudia Lancioni del Movimento 5 Stelle: «Le opposizioni, nonostante le diversità, sono unite: rinviare a piacimento il Consiglio significa non permetterci di fare il nostro lavoro perché manca il tempo di leggere un atto importante e perché, visto il periodo, non tutti possono partecipare. Abbiamo studiato pratiche che non valgono più niente: nessun rispetto per i consiglieri di minoranza ma neanche per i cittadini che hanno seguito dibattiti e confronti sul nulla».
Il nodo cruciale, adesso, è la gestione, per il 51% privata, per il 25% del Comune: «Se tra anni la proprietà dovesse decidere di ampliarlo, chi controlla?» aggiunge la consigliera Lancioni.
Preoccupazioni condivise da Agnese Santarelli: «Chiediamo i motivi di una convocazione d’urgenza visto che la questione è politica. Non si può piegare il regolamento comunale ai propri interessi. Veniamo a conoscenza dalla stampa che un nuovo impianto, molto simile a quello jesino, sorgerà alla Gabella (leggi l’articolo): ma quanti impianti unici servono in provincia? – chiede ironica la consigliera di Jesi in Comune -. Anche questo aspetto va verificato prima di prendere decisioni su cosa fare a Jesi. Fino ad ora abbiamo parlato d’altro: lo studio di fattibilità era sulla Coppetella, ora si cambia collocazione; prima la gestione era pubblica al 76%, ora passa al 25%. Insomma, è una questione troppo seria per discuterne così».
Molto critico anche Osvaldo Pirani per il Pd: «Non ci sono gli estremi per convocare un Consiglio d’urgenza. L’invio dell’atto di indirizzo a ridosso di una nuova convocazione è quasi una “graziosa concessione” ma in quel documento ci sono informazioni tecniche rilevanti per prendere una decisione. Questioni di cui non si è mai parlato neppure in una commissione. Questo è dispregio dell’organismo democratico: i cittadini sappiano che l’incontro aperto avvenuto in Municipio è stata una presa in giro».
Critico anche Marco Giampaoletti, che non sarà presente al Consiglio per motivi di lavoro e che ha affidato a una nota il proprio pensiero e quello di Insieme Civico : «Vergognosa la scelta del presidente Daniele Massaccessi di spostare il Consiglio. Anche in precedenza con la questione Statuto si è dimostrata incomprensibile la sua testardaggine, prima nel non accettare la richiesta delle opposizioni di rimandare lo Statuto in un altro Consiglio e poi con astuzia ha chiesto di votare lo spostamento della pratica per far slittare la discussione dello Statuto alla fine dell’ordine del giorno, con i suoi 40 emendamenti, addirittura dopo il Consiglio comunale aperto sul biodigestore. La conclusione? I lavori sono terminati alle ore 3.20 del mattino con un aumento dei costi del personale e l’arrabbiatura generale di tutti i consiglieri di minoranza, i pochi rimasti».
«Adesso, ancora una volta, il presidente Massaccessi non si vuole smentire per il suo operato che in questo secondo mandato sembra cambiato con un fare di supremazia su tutto».
(e.d.)
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