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Cronaca

Jesi Palestre della Provincia chiuse, Società sportive in crisi

Le incomprensioni tra l’Ente pubblico e le scuole lasciano senza spazi centinaia di sportivi (molti giovanissimi) degli sport indoor, situazione analoga in altre città della provincia, fuga verso i paesi della Vallesina, ma gli spazi non ci sono

Jesi – Dopo il solito successo scenografico e partecipativo della Notte Azzurra dello sport andata in scena il 7 settembre tra i giardini pubblici e Viale Cavallotti, diverse Società sportive cittadine sono ferme al palo per la mancanza di spazi al chiuso in cui fare attività. Il tutto a poche settimane dall’inizio dei vari campionati.


La palestra intitolata a Stefano Filonzi, all’interno dell’Iis Cuppari-Salvati di via La Malfa

All’interno di quella che è stata Città europea dello sport 2014 e che vanta un numero altissimo di medaglie olimpicheJesi, se fosse Nazione, sarebbe molto più medagliata di tante altre», ha detto in un video messaggio sui canali social del Comune l’assessore allo sport Samuele Animali), dunque, la situazione di emergenza costringe tanti sportivi (molti dei quali giovanissimi) a starsene a casa.

In sede di presentazione della Notte Azzurra, lo stesso vice sindaco aveva aggiunto che «lo sport è una sorta di filo conduttore anche dell’attività amministrativa, perchè sport significa salute, socialità e anche un modo di intendere la vita», eppure mai come in questi giorni a Jesi è stato difficile fare sport, almeno al coperto.

Il complesso scolastico dell’Iis Galilei in via del Lavoro, in cui c’è un’altra palestra di pertinenza provinciale

Con l’arrivo di settembre, infatti, quasi tutte le Società sportive cittadine che praticano attività indoor, hanno ricominciato le proprie attività, sia senior che junior, trovandosi di fronte una situazione di grandissima difficoltà nel reperire spazi all’interno delle (poche) palestre del comprensorio comunale.

Le cause di questa condizione precaria sono da attribuire, oltre alla chiusura della palestra Carbonari di via Tessitori, attualmente ancora in ristrutturazione (dovrebbe riaprire i battenti entro ottobre), ad un curioso caso che sta tenendo chiuse le saracinesche degli impianti di proprietà della Provincia di Ancona gestiti da alcuni istituti scolastici cittadini.

Il cantiere, tuttora aperto, della ristrutturazione della palestra Carbonari a San Giuseppe

Le palestre provinciali in città sono ben sei: Iis Cuppari, Liceo Scientifico Da Vinci, Iis Galilei e le tre dell’Iis Marconi Pieralisi. Ma ci sono molte altre strutture sportive indoor riconducibili alla Provincia ad Ancona (13), Senigallia (6), Fabriano (4), Falconara Marittima (3), Osimo (3), Loreto (1) e Monte Roberto (1).

Sei palestre, quelle sulle rive dell’Esino, il cui inutilizzo temporaneo toglie una gran massa di ore per poter fare sport alle Società dilettantistiche jesine, costringendone molte a fare il giro dei piccoli Comuni del circondario alla ricerca di spazi (che non ci sono) in cui infilare qualche ora di allenamento.

Il tutto con difficoltà economiche e logistiche facilmente immaginabili. Insomma, i tempi della Città europea dello sport sembrano molto più lontani dei 10 anni che ricorrono quest’anno.

Il presidente della Provincia di Ancona, Daniele Carnevali

A pesare molto è la questione del rimpallo di responsabilità tra Provincia e scuole sull’assegnazione degli spazi alle Società nella palestre di competenza.

L’Ente pubblico presieduto da Daniele Carnevali il 19 marzo scorso ha adottato una delibera in cui veniva posto in essere un nuovo regolamento per l’utilizzo delle palestre annesse agli edifici provinciali in orario extrascolastico, in modifica a quello in vigore dal 2012, nonchè le nuove tariffe orarie minime.

Le scuole, dal canto loro lamentano di non essere una stazione appaltante della Provincia e vogliono avere maggiore chiarezza sulle assegnazioni da fare, rigettando la palla nel campo della Giunta Carnevali.

Intanto, mentre si gioca questa poco interessante partita sui tavoli della burocrazia, centinaia tra ragazzi e adulti delle squadre jesine militanti tra i dilettanti restano a casa.

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