Attualità
JESI PARCO DEL VALLATO: UN PROGETTO CHE FA DISCUTERE
20 Novembre 2019
Augusta Vecchi ha presentato al Palazzo dei Convegni le idee per un miglior utilizzo dell’area verde: «Il primo passo, siamo aperti a tutte le proposte»
JESI, 20 novembre 2019 – Parco del Vallato: stavolta non ne parliamo per l’ennesimo brutto fatto di cronaca ma per un progetto che mira alla sua riqualificazione in tutti i sensi. E a riproporlo alla città come uno dei suoi luoghi verdi più belli, come dovrebbe essere.
Un miglior utilizzo, insomma, che allontani questa oasi a ridosso del centro storico – al quale si arriva con l’impianto di risalita conosciuto come la Caffettiera – dalle conclamate situazioni di spaccio, schiamazzi, vandalismo, degrado.
Il progetto in questione è stato presentato, durante un incontro, ieri sera, a Palazzo dei Convegni, dall’architetto Augusta Vecchi che ne è promotrice insieme a Maurizio de Magistris, imprenditore, e alla cooperativa sociale L’Orto del Sorriso, rappresentata dal presidente Matteo Donati e dal socio Francesco Belardinelli.
IL DIALOGO TRA LE PARTI
Un primo passo, anche perché le anime da mettere d’accordo – presenti al dibattito a volte anche vivace – non sono poche, con i camperisti del Camper Club Vallesina Plein Air, che hanno proprio nel parco la propria sede nella casetta di proprietà comunale – per la quale pagano un contratto di locazione – , i residenti, con in prima fila il Comitato Parco del Vallato – via del Molino. Il dialogo, comunque, è stato aperto per cercare di vedere se sia possibile eliminare i se e i ma e nei prossimi giorni la Vecchi farà visita proprio alla casetta dei camperisti per rendersi conto della situazione interna dell’immobile.
Convitato di pietra, il Comune, verso il quale non sono state risparmiate critiche, negli interventi, per l’immobilismo proprio e quello imposto a chi avrebbe, invece, volontà di fare.
«Un progetto di massima, aperto a tutte le proposte», ha tenuto a sottolineare Augusta Vecchi che, esponendo in prima battuta lo stato dell’arte, vale a dire le cose come stanno, e a tutti note, ha poi delucidato sulle intenzioni.
Una delle criticità viene individuata nella casetta dei camperisti «che potrebbe essere utilizzata in modo più funzionale ed integrato al parco». Attualmente, si scrive nel progetto «è quasi sempre chiusa, un utilizzo così sporadico non è certo positivo sia per lo stato di conservazione dell’immobile, sia per il presidio della zona più in generale. L’area di pertinenza, in parte con porticato, è frequentata da giovani immigrati che vi bivaccano anche di notte, tempo permettendo, e sono frequenti gli interventi delle forze dell’ordine. L’area nel suo complesso, e non solo quella, viene evitata e ciò contribuisce ad aumentare la percezione di insicurezza».
Un’altra anche nel percorso che sale all’ascensore evitando le prime rampe di scale – per carrozzine, passeggini, biciclette – dove, all’altezza della curva a gomito, luogo angusto e fuori vista, sostano quei giovani non proprio educati. Andrebbe, tra l’altro, aumentata l’illuminazione.
IL PROGETTO
«I locali dell’edificio, 175 mq su tre livelli, potrebbero essere affidati a una o più associazioni che lo valorizzino con aperture quotidiane, almeno nei mesi estivi, e creino una struttura con varie competenze. Prima ipotesi, la più immediata, creare un punto di distribuzione bevande, gelati, bibite, cibi pronti, per le persone che attraversano il parco».
«La struttura potrebbe anche essere utilizzata a servizio del terreno circostante – in concessione dal Comune – con un’area adibita a orto e un’altra a giardino, gestita da un’associazione che organizzi un laboratorio di giardinaggio – orticoltura a cui far partecipare chiunque desideri confrontarsi con queste attività che potrebbero offrire sbocchi lavorativi per chi fosse motivato. E creare figure formate e adatte a operare all’esterno con adeguate competenze sia tecniche che teoriche».
«Un locale potrebbe essere adibito a biblioteca permanente con libri specializzati del settore. La parte teorica potrebbe essere sviluppata utilizzando insegnanti di scuole professionali e tecnici del settore».
«I locali potrebbero avere una zona frequentabile anche dagli accompagnatori dei bambini, mamme e nonni, che utilizzano la zona giochi del parco. In definitiva sarebbe bello creare un cenobio per anziani, un centro di lettura, e avere in dotazione strumenti per allenare la memoria e l’attenzione, far sì che le persone possano contare su un luogo di ritrovo dove interagire, contrastare la solitudine e il senso di abbandono».
«Incentivare la fruibilità pubblica attraverso attività a contenuto botanico e naturalistico in grado di coinvolgere comunità locali e organismi istituzionali, allo stesso tempo costituire occasioni di cultura, di conoscenza e di incontro. Occorre quindi integrare il più possibile aree – attività per occupare il parco in modo lecito e utile alla comunità».
«L’edificio potrebbe essere utilizzato da più associazioni che abbiano finalità sinergiche o compatibili in modo da spalmare spese di gestione e manutenzione ordinaria dell’immobile».
Per quanto attiene l’area verde circostante «controllata, presidiata e manutenuta dai frequentatori dell’edificio» si coniugherebbe «con un aspetto storico del luogo intestando l’area adibita a giardino al Giardino di Valeria e quella dedicata all’orto agli Orti di Palazzo Bettini. Altre attività, mantenendo una coerenza di settore, potrebbero essere l’apicoltura, rispettando i criteri di sicurezza, oppure spaziando verso attività ludiche che coinvolgano anche i giovani di etnie diverse, come recitazione, danza, pittura. Anche le associazioni scoutistiche potrebbero usufruire del parco con maggiore frequenza proprio per la presenza delle attività del laboratorio o per utilizzare gli spazi coperti».
«Se una o più delle istituzioni presenti, associazioni o cooperative, ne avessero competenze e capacità, potrebbe essere loro affidata la manutenzione ordinaria e la pulizia dell’intero parco per poi convogliare i rifiuti in un unico punto per conferirli con le opportune modalità».
«Molta l’affluenza delle persone che portano il cane a passeggio, appare evidente che andrebbero aumentati i raccoglitori per le deiezioni e, forse, si potrebbe anche pensare a un’area dedicata dove gli animali possano stare senza guinzaglio, obbligatorio per il resto del parco».
«Il progetto potrebbe anche promuovere il volontariato tra i cittadini che vivono intorno al parco e non, che andrebbero coinvolti».
«Raccolto l’interesse dell’Amministrazione comunale in primis e quella dei principali possibili partners, il progetto andrà sviluppato in termini di costi in fase di realizzazione, investimenti o costi straordinari, e di costi in fase di gestione ordinaria, delle possibili fonti finanziarie, in modo che il conto economico sia in equilibrio per le istituzioni – associazioni impegnate e non rappresenti un maggior onere per il Comune di Jesi».
Matteo Donati ha, poi, sottolineato come occorra «guardare all’aspetto positivo e unire le forze. Noi ci mettiamo sì a disposizione per la manutenzione ma soprattutto siamo rivolti al sociale al fine di creare percorsi virtuosi anche quando non sembra possibile».
LE REAZIONI
È stato un primo approccio tra le parti ma il presidente del Camper Club Vallesina Plein Air, Stefano Ferretti ha ribadito l’intenzione di restare anche perché la casetta, i camperisti, presenza costante o meno, se la sono curata a loro spese pure di fronte ai danni arrecati dagli atti di vandalismo, e che a più riprese hanno chiesto l’intervento del Comune il quale «non ti fa fare niente nonostante la nostra disponibilità a rimboccarci le maniche: il Parco del Vallato è bello quando è pulito e dobbiamo darci una mano tutti quanti, la nostra disponibilità c’è».
Damiano Paoletti, presidente del Comitato e residente, che il parco lo vive tutti i giorni e che tante volte è intervenuto per rimettere a posto situazioni di degrado, batte sul tema della pulizia perché «il Comune la deve fare. Vedo di buon occhio una proposta collaborativa ma i camperisti debbono rimanere, tenendo ben presente che stiamo parlando di un parco non di qualcosa da stravolgere, non è che ci si possa fare di tutto e di più. L’Amministrazione comunale sino ad ora è stata sorda. Mi suonerebbe strano che adesso possa concedere qualcosa».
All’incontro hanno assistito anche il presidente del Consiglio comunale, Daniele Massaccesi, i consiglieri Nicola Filonzi, Agnese Santarelli, Samuele Animali.
Pino Nardella
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