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Cronaca

Jesi Perchè per la “Vestale” di Spontini, non è stato ingaggiato il coro “Bellini”?

L’interrogazione nel prossimo Consiglio comunale da parte del consigliere Antonio Grassetti sulle motivazioni che hanno indotto a scegliere un gruppo da fuori regione

Jesi – Sarà oggetto di un’interrogazione proposta da Antonio Grassetti, consigliere di Fratelli d’Italia per il prossimo Consiglio comunale, la mancata convocazione del coro marchigiano “Vincenzo Bellini” nella rappresentazione della prossima edizione della Vestale, di Gaspare Spontini – programmata in occasione delle celebrazioni per i 250 anni dalla nascita del compositore – a favore di un gruppo proveniente da fuori regione.

«Nell’ambito delle celebrazioni dei 250 anni dalla nascita del compositore Gaspare Spontini, la Fondazione che insieme a quello del grande concittadino Giovanbattista Pergolesi porta il nome dell’illustre maiolatese, lo ricorderà rappresentando a Jesi La Vestale, uno dei suoi capolavori», si legge nel testo dell’interrogazione. 

«L’opera fu riprodotta per la prima volta a Jesi nel 1875 (fu all’epoca un successo enorme, premiato da ben 10 repliche), e successivamente nel 1974 e nel 1986. Nell’anno in corso, dopo una lodevole iniziativa rivolta ai giovani il precedente mercoledì alle 16, il sipario si aprirà al “Pergolesi” venerdì 18 ottobre alle 21 e la domenica successiva in versione pomeridiana». 

«La nostra città vanta una tradizione melodrammatica centenaria e da sempre il pubblico locale è molto attento, competente ed esigente. La storia jesina ha conosciuto perfino grandi interpreti, tra tutti l’indimenticato tenore Giorgio Merighi ma in molti, pur a diverso livello, ne sono stati protagonisti come comprimari, coristi (anche bambini), registi e aiuto registi, maestri concertatori, scenografi, attrezzisti e tante, veramente tante comparse. Nel nostro Teatro di Tradizione si sono esibiti in passato i più noti cantanti del mondo».

«In tempi recenti, però, purtroppo, la stella che illuminava la struttura artistica di Piazza della Repubblica sembra mostri una luce affievolita, da lasciar desiderare con nostalgia le stagioni del pur non lontanissimo passato».

«Nel presente ci si affida a co-produzioni, come nel caso della prossima Vestale, con rilevante decremento, tra l’altro, del potere decisionale in ordine alla partecipazione e all’utilizzazione di artisti e maestranze locali, preferendo quelli d’importazione, evidentemente legati alle organizzazioni coproduttrici operanti in città di altre regioni».

«Tutto questo comporta, inevitabilmente, una perdita di chances economiche per i locali lavoratori dello spettacolo e nel contempo aggrava la voce di spesa per l’organizzazione dell’evento, solo se si pensa che i tanti coristi impiegati dovranno essere ospitati in città a spese della Fondazione per tutto il periodo delle prove e delle rappresentazioni».

«Eppure, ci sarebbe stata l’opportunità di avvalersi di un coro marchigiano, come il “Vincenzo Bellini”, la cui storia ultracentenaria (fondato in Ancona nel 1887) nonché la continua e apprezzata partecipazione a tutte le stagioni liriche jesine (e non solo) del dopoguerra sono attendibili testimoni della sua importante qualità artistica e professionale». 

«Solo per inciso e per informazione va sottolineato, tra l’altro, che questa massa artistica annovera nel curriculum la partecipazione alle precedenti sopra citate rappresentazioni, sia a Jesi che a Maiolati Spontini dell’opera in questione (ovviamente le ultime due) e, particolare assolutamente non irrilevante, vanta nelle sue fila almeno dieci ottimi artisti jesini». 

Sulla questione il consigliere Antonio Grassetti chiederà chiarimenti all’Amministrazione nel prossimo Consiglio comunale.

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