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Jesi Pieralisi, nuovi investimenti in Spagna e nei mercati arabi

Più della metà dell’olio di oliva nel mondo prodotto con macchinari della storica azienda jesina che punta a espandersi sviluppando in maniera incisiva il più ampio segmento della separazione industriale

JesiPiù della metà dell’olio di oliva prodotto nel mondo – circa 3 milioni di tonnellate attese per la nuova campagna – viene realizzato con impianti Pieralisi.

Il dato è emerso alla convention tenuta dall’azienda jesina a Jaén, la provincia dell’Andalusia cuore dell’olivicoltura, alla quale hanno partecipato i più grandi frantoi della Spagna che, come noto, è il Paese che garantisce quasi la metà della produzione olearia del pianeta.

Qui hanno macchine Pieralisi quasi 1.000 dei 1.800 frantoi presenti, tutti dotati di molteplici linee produttive in serie che assicurano numeri rilevantissimi di olio di oliva.

Proprio lo stabilimento di Jaén – ha annunciato il nuovo amministratore delegato, ing. Aldino Zeppelli – sarà oggetto di un programma di investimenti per consentire di sviluppare la produzione di macchinari, in aggiunta agli altri servizi già assicurati alla clientela.

Una scelta nell’obiettivo di rafforzare i centri prossimi al punto di utilizzo delle macchine Pieralisi nel mondo, ma che non scalfirà il ruolo del quartier generale di Jesi dove si continuerà anzi ad attrarre, trattenere e sviluppare competenze di eccellenza.

In Spagna, con l’ing. Zeppelli era presente anche Paola Pieralisi, ultima esponente della terza generazione di famiglia, quella che ha avuto nell’ing. Gennaro per oltre mezzo secolo l’indiscusso timoniere. Una presenza che conferma la visione condivisa tra Dea Capital, il fondo che detiene il 51% dell’azienda, e la famiglia Pieralisi che ha in mano il restante capitale.

La Pieralisi conta oggi 500 dipendenti per un fatturato di quasi 100 milioni di euro, ma punta a espandersi in maniera incisiva non solo in Italia – tre anni di crescita previsti grazie agli investimenti del Pnrrr per l’ammodernamento dei frantoi – e nei Paesi dove è già leader (Spagna in primis), ma anche nei nuovi mercati, a partire da quelli dei Paesi arabi, sviluppando in maniera incisiva il più ampio segmento della separazione industriale.

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