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Cronaca

Jesi Pronto soccorso, a 95 anni per giorni su una barella

L’amaro sfogo del figlio in un post «dopo il quale mio padre è stato trasferito in reparto ma rimane il fatto che lui è uno dei tanti, lì è come un campo di guerra, onore al personale medico, anche se sotto pressione»

Jesi – «È assurdo vedere pazienti dentro le ambulanze perché non sapete dove metterli. Mio padre, arrivato al pronto soccorso di Jesi in codice rosso il 19 agosto, ancora aspetta di essere trasferito in reparto (oggi è il 23 agosto) perché non ci sono posti letto. Sarà ora di fare assunzioni di medici, infermieri, Oss e aprire le stanze vuote presenti al “Carlo Urbani?”».

Questo è l’accorato sfogo di un figlio, diffuso tramite un post su Facebook, indirizzato a Filippo Saltamartini, assessore regionale alla sanità. La pubblica denuncia ha messo in luce una situazione critica al pronto soccorso dell’ospedale “Carlo Urbani”, argomento da noi trattato in questi giorni quando sei ambulanze sono rimaste bloccate per ore in attesa di barelle disponibili, tanto che a distanza di poco tempo l’uomo, 95enne, è stato trasferito in reparto, «evidentemente il mio post ha fatto rumore, ma rimane il fatto che il mio papà è uno dei tanti».

«Il pronto soccorso è come un campo di guerra. Onore al personale medico, anche se sotto pressione», ha proseguito il figlio, raccontando l’esperienza di attesa di suo padre in una situazione molto difficile.

«In questi giorni di permanenza al pronto soccorso, mi dicevano: suo padre sta migliorando, ma è sempre a rischio vita. Quindi, pensate come io e mia madre, 94 anni, abbiamo trascorso questo arco di tempo».

Jesi / Ambulanze in coda al pronto soccorso, «manca una risposta seria»

Il figlio del paziente ha sottolineato l’urgenza di una riforma globale, lamentando il fatto che chi non vive queste situazioni in prima persona non può comprendere le sfumature umane del problema.

Una presa di posizione che segue quelle del sindaco Lorenzo Fiordelmondo, del coordinatore del Tribunale del Malato, Pasquale Liguori e di Mario Caroli, primario del pronto soccorso dell’ospedale “Carlo Urbani” che ha comunque cercato di rassicurare la cittadinanza affermando che «non lasciamo mai un paziente critico dentro un’ambulanza ferma, preserviamo sempre una postazione per le vere emergenze».

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