Cronaca
JESI PRONTO SOCCORSO, LIGUORI (TDM): “TROPPE PAROLE E POCHI FATTI, INTANTO È CAOS NEL NOSOCOMIO”
27 Ottobre 2016
JESI, 27 ottobre 2016 – Meno parole e più fatti concreti. È questa la ricetta per risolvere l’annoso problema costituto dal Pronto Soccorso del Carlo Urbani, struttura divenuta motivo anche di attacchi politici.
La dimostrazione sta nelle ultime vicende che vedono quel vitale reparto al centro delle insolite attenzione di un personaggio della vita pubblica cittadina, vale a dire il consigliere Augusto Melappioni all’indirizzo del quale il Presidente del Tribunale per i Diritti del Malato (TDM), Pasquale Liguori, manda questo messaggio: “Basta che se ne parli. Questo è ahimè lo sconsolato motto di una organizzazione come la nostra (TDM ndr) che aspetta sempre che le sue denunce siano raccolte e fatte proprie dalle Istituzioni, ma che purtroppo il più delle volte ciò non avviene. Accade però – prosegue la nota di Liguori – che dalle pagine della stampa apprendiamo che Melappioni si accorge dei problemi del Pronto Soccorso di Jesi e si scaglia contro Bacci tacciandolo di scarsa incisività verso le scelte regionali. Di fronte a tale uscita non possiamo esimerci dal trovarla strana e meritevole di risposta. Ci poniamo quindi alcuni interrogativi; ma Melappioni in nome di chi parla, ma lui non è quel PD che governa la Regione? Ma lui non è quell’ex assessore alla Sanità regionale del PD che a suo tempo ha avallato la nascita dell’ASUR, questa macchina infernale che sta dilaniando la nostra Sanità? Ma lui, Melappioni, non è quel politico del PD che non ha fatto nulla per poter far si che Jesi fosse la sede dell’Area Vasta 2? E allora, ci chiediamo, perché questa uscita sul Pronto Soccorso? Ma non è che è già iniziata la campagna elettorale per le amministrative del 2017, sarebbe davvero squallido parlare di sanità soltanto in procinto di elezioni, ma ciò, per la verità, non ci meraviglia, è stato sempre così. E intanto – prosegue la nota del Dr. Liguori – nei giorni scorsi siamo tornati al Pronto Soccorso ed il caos regnava sovrano; 8 barelle nei corridoi, parenti in cerca dei propri congiunti, pazienti in attesa di destinazione senza nessuna privacy (le vetrate al di sopra dei barellati dietro i separé che riflettono tutto quello che avveniva) una decina di pazienti nella sala di attesa con codici verdi e bianchi in attesa da 10 ore. Tutto questo con medici ed infermieri in grande affanno, con una dedizione al lavoro davvero encomiabile. E oggi – conclude Liguori – abbiamo lanciato un appello anche ai sindacati: promuoviamo insieme iniziative forti verso l’ASUR per avere quello che ci spetta a livello di organico e di posti letto”.
Dopo queste denunce ci si aspetta che il destinatario della lettera del Presidente del Tribunale per i Diritti del Malato dia una risposta chiara nella lingua degli umani e non in quel “politichese” che tanto piace a molti personaggi della vita pubblica. Di qualsiasi estrazione politica essi siano.
(s.b.)