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Jesi Quanti cuori invisibili hanno ancora bisogno d’amore
28 Novembre 2022
Giornata contro la violenza sulle donne, i due interessanti appuntamenti a Palazzo dei Convegni e al “Piccolo” di San Giuseppe
di Giovanni Filosa
Jesi, 28 novembre 2022 – In questo fine settimana, voci hanno rincorso voci, si sono sovrapposte, tutte, però, con lo stesso acuto finale: basta con la violenza sulle donne.
Voci partitiche e apartitiche? Ma quando mai?! La violenza sulle donne non ha colori. Ho scelto fra due inviti di persone a me care e, per quello che potevo, ho seguito due manifestazioni.
Una al Palazzo dei Convegni, intitolata “(R)esistenti, storie dal mondo di donne che esistono e resistono”, organizzato dall’Udi di Jesi, dalla Casa delle donne e della cultura e dalla Cgil provinciale.
Una lezione universale di vita, di convivenza, di fuga dalle ideologie e dalle teocrazie, alla ricerca della libertà intesa come vita partecipativa, dove la violenza nasce dallo Stato e dalla Comunità.
Hanno condotto la serata due giornaliste (Valeria Carnevali e Valeria Tizzoni) di Radio Sverso di Fabriano che, dopo i saluti dell’assessore alla cultura Luca Brecciaroli, hanno coinvolto donne afgane, iraniane, senegalesi e congolesi.
Anahita, che viene dall’Iran, ha costruito un collante emotivo fra le varie intervenute, per lo più dedite alla collaborazione con reti femministe, sociali e culturali. E tutte perfettamente integrate.
Video che colpiscono il cuore, non si può girare la testa di fronte alla violenza che le donne subiscono in ogni angolo di mondo, e il riferimento alla rivoluzione, (perché non è più una rivolta) in Iran, è il simbolo del “Basta” universale. Valido in ogni parte del pianeta.
Profonde le considerazioni di Somo Shayestech Karimi, afghana, della stessa Anahita, in Italia dal 2006, sempre in contatto con amici e parenti del suo Paese.
“Il riconoscimento dei diritti delle donne è un problema globale”, è stato ripetuto. Una platea foltissima ha poi seguito ed applaudito Anahita, con la sua straordinaria voce, che ha cantato, insieme alla straordinaria violinista (stavolta solo cantante…) Serena Cavalletti, accompagnate dalla chitarra di Claudio Durpetti e dalle tastiere di Erasmo Conforti della Scuola musicale Pergolesi, un canto iraniano che parla della forza delle donne. (Foto di Paola Sabbatini).
Poi, di corsa, al “Piccolo” a San Giuseppe. In scena il soprano Federica Livi e la pianista Marta Tacconi, con “La voix humaine”, tragedia lirica in un atto di Francis Poulenc. In questa giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Marta e Federica hanno proposto, a dirla con Marta e col patrocinio Unicef e del Comune di Jesi, “un dramma intenso e vero, solitudine ed amore non corrisposto, una realtà che non viene spesso svelata e confessata, un male profondo che può portare al proprio annullamento. Una malattia che ha una sola cura, amore e rispetto per sé stesse e per le cose vere che la vita ti dona”.
Come ha scritto la poetessa e pittrice Silvia Segnan, estrapolando da una sua lirica, “in segno di vicinanza ed attenzione nei confronti della Donna, rispettiamo il suo essere luce […….] Quanti cuori invisibili hanno ancora bisogno d’amore. E quanti altri hanno ancora bisogno di rinascere, interi ed integri”.
Tantissimi applausi, questo capolavoro di Poulenc ha coinvolto la platea.
Il “Piccolo” di Jesi diventa, con serate come questa, che si aggiungono a mille altre, sempre più grande. (Foto di Michele Magliola)
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