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Cronaca

Jesi Rifiuti: via Monte Tabor e piazza Sansovino, invocate le fototrappole

I residenti delle due zone finora escluse dai monitoraggi vogliono rientrare nel programma che mira a scovare i furbetti dell’abbandono selvaggio, l’assessore Alessandro Tesei: «Già individuate ulteriori aree»

Jesi – La notizia diramata nei giorni scorsi dal Comune sulla mole di sanzioni elevate dalla Polizia Locale a chi abbandona i rifiuti in modo inappropriato, ha fatto da sprone ai residente delle zone che, almeno per ora, non sono state incluse nel programma di repressione del fenomeno.

Dal 1° dicembre 2023 fino al 30 giugno 2024, sono stati circa 200 i multati, con ben 10 addirittura notiziati di reato.

A essere esclusi dal giro di monitoraggio degli apparecchi fotografici (ben 28 siti considerati sensibili per tutto il territorio comunale), ci sono due zone del centro urbano in cui i cittadini riferiscono di aver denunciato più volte a Piazza Indipendenza gli abbandoni sconvenienti.

Stiamo parlando dell’incrocio tra via Monte Tabor e via dei Fornaciai, in zona via Roma, e di Piazza Sansovino, in pieno centro storico, meglio conosciuta come gli Spiazzi.

A farsi portavoce del quartiere a metà via Roma è stata una residente, segnalando ed evidenziando la persistente situazione di degrado in prossimità della pista ciclabile.

«Nonostante svariate segnalazioni, la suddetta zona non è stata inserita nell’elenco delle aree da controllare con l’utilizzo di fototrappole, nella delibera di giunta comunale n. 241 del 29 agosto 2023», ci ha detto.

«Chiedo pertanto che venga aggiunta a quelle da controllare al più presto, in quanto è diventata ormai comune abitudine scaricare rifiuti di qualsiasi genere e in qualsiasi momento in quell’area, è quindi urgente un intervento risolutivo».

Situazione analoga, se non peggiore, è quella che riguarda l’isola ecologica smart di Piazza Sansovino, dove alcuni residenti, dotati di scarso senso civico, sono soliti abbandonare i proprio sacchi con materiale indifferenziato al di fuori del container. Secondo chi risiede in zona il problema sarebbe da imputare, oltre all’inciviltà, anche a diverse persone che vivono lì senza regolare contratto di affitto.

L’isola ecologica di Piazza Sansovino, infatti, funziona diversamente dai contenitori marroni che si trovano in molti altri punti del centro e che si aprono grazie alla tessera del Servizio sanitario nazionale (codice fiscale). Per poter conferire la raccolta differenziata nel contenitore degli Spiazzi, infatti, bisogna avere dei sacchetti appositi muniti di QR code da passare davanti al lettore digitale. Oppure, nel caso dei giorni in cui è consentito gettare il vetro e la carta, di una card anch’essa con QR code.

«Il problema – ci spiega un residente del centro storico – è che quei particolari sacchetti e le card si possono ritirare all’Ufficio ambiente del Comune solo se hai regolare residenza in una delle vie della zona. Se, però, occupi un alloggio con un contratto irregolare o proprio senza averne uno, non puoi esigerli e, evidentemente, ce ne sono parecchi a essere in queste condizioni. Bisognerebbe fare più controlli in questo senso, scovando così, oltre chi inquina, anche chi evade il fisco».

«Le zone che abbiamo scelto inizialmente per installare le fototrappole – ha spiegato recentemente l’assessore all’ambiente, Alessandro Tesei – facevano parte di una fase sperimentale, ora stiamo lavorando con la Polizia Locale per ampliare le aree di azione e individuarne ulteriori per l’installazione, anche in base alle segnalazioni dei cittadini».

Insomma, anche i residenti virtuosi della zona in fondo a Monte Tabor e di Piazza Sansovino, presto potrebbero avere un po’ di giustizia.

(t.f. e m.p.)

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