Cronaca
JESI SANITA’ NEGATA, LISTE DI ATTESA IMPOSSIBILI ALL’OSPEDALE “CARLO URBANI”: 9 MESI PER LA PROSTATA, OCULISTICA “CHIUSA” PER TUTTO IL 2017
9 Giugno 2016
JESI, 9 giugno 2016 – Il Censis, è notizia di ieri, annuncia che sono ben 11 milioni gli italiani, nel 2016, che rinunciano alle cure o le rinviano per difficoltà economiche.
Non solo, nel Servizio sanitario nazionale il ticket è aumentato, in alcuni casi, sino a essere superiore al costo di una prestazione in una struttura privata.
Di più. Mentre peggiora, per tanti italiani, la qualità del servizio del Ssn, le liste di attesa nelle strutture pubbliche si allungano, perciò si ricorre sempre di più al privato, al cosiddetto intramoenia.
Come dire: «Più sanità per chi può pagarsela».
P.B., 66 anni, jesino, dopo un esame di Psa – esame del sangue che viene utilizzato per individuare precocemente gli uomini che possono sviluppare il carcinoma della prostata, uno dei più diffusi tumori maligni del sesso maschile – con i risultati che si è ritrovato in mano ha avuto necessità di sottoporsi a un altro esame, l’ecografia prostatica.
Carattere d’urgenza, dunque, perché in ballo c’è una grande fetta di salute, di vita.
Ma come per tante urgenze che riguardano la nostra sanità, dice lui, «ti trovi sempre davanti a un muro: per il Sevizio sanitario pubblico non ci sono medici, ne trovi quanti ne vuoi se metti mano al portafoglio e vai a pagamento».
Ricapitolando: il suo medico considerati i risultati del Psa – su una scala da 1 a 10 sopra 5 bisogna cominciare a preoccuparsi – gli ha prescritto l’ecografia prostatica «visto che il mio valore era addirittura 7».
Detto fatto, P.B. telefona al Cup, il mese scorso, «che mi prospetta alcune date presso il nostro ospedale “Carlo Urbani”. E mi dicono che sino a febbraio 2017 non c’è posto. Anzi, qualcosa si può anticipare, se vado a Cingoli, per il prossimo dicembre ce la posso fare».
E’ evidente come il tempo non giochi a favore del nostro che naturalmente si chiede: «E se fosse un tumore?». Più si aspetta…
Quindi, l’unica opzione: «Chiedo che possibilità ci sono di abbreviare i tempi se vado a pagamento. Mi dicono che nel giro di qualche giorno ci sono diversi medici a disposizione. Posso anche scegliere chi, con la formula dell’intramoenia». La quale, inutile specificarlo, pur prevista dal Ssn, è stata più volte sotto i riflettori perché oggetto di tante critiche.
Morale, mano al portafoglio «e ti passa la pena, per il momento… ma devo andare per forza a pagamento».
Quella di P.B. è una delle tante storie di «sanità negata, che riguarda soprattutto pensionati e giovani senza lavoro, con una vita precaria». Una situazione diventata, oramai, normalità di tutti i giorni.
Come per G.M., settantenne jesina, anche lei ad affrontare gli stessi problemi, stavolta oculistici: cataratte.
«Qui è tutto pieno – le rispondono al Cup dell’ospedale cittadino a fine maggio -, ci sono Filottrano il 15 luglio, Villa Serena il 25, via Guerri il 26 settembre».
Non solo: «Anche il 2017 è tutto pieno. A pagamento? Ci sono due medici a disposizione con tariffe da 80 o 110 euro. Quando? Pochi giorni…».
(p.n.)
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