Cronaca
JESI SERVIZI SOCIOSANITARI: «MANCA PERSONALE, SITUAZIONE INACCETTABILE»
17 Luglio 2019
Grusol e Mosaico lamentano ancora una volta la carenza di organico nel nostro distretto, ma dall’Asur nessuna risposta
JESI, 17 luglio 2019 – Servizi sociosanitari all’attenzione delle associazioni del territorio che lamentano la situazione in cui versa il distretto di Jesi. Il Gruppo Solidarietà di Moie e il Mosaico parlano di una «Situazione inaccettabile».
«Da diversi mesi – spiegano le due realtà – sollecitiamo l’intervento dell’Asur riguardo la situazione, inaccettabile, del personale delle Unità multidisciplinari disabili del Distretto di Jesi. Ancora una volta ricordiamo che la scorsa estate è andata in pensione una delle due psicologhe presenti nell’Umea, che l’Umea dopo essere stata per mesi senza l’unica assistente sociale, a brevissimo vedrà il pensionamento delle due psicologhe in attività. Ricordiamo, tra le altre, le competenze assegnate, in tema di inclusione scolastica».
In più occasione il Grusol e il Mosaico avevano lamentato la carenza di organico: «Non dobbiamo essere noi a ricordare che detta situazione è incompatibile con le funzioni assegnate alle Unità multidisciplinari e che la funzione di valutazione multidimensionale e presa in carico è un livello essenziale da assicurare. A fronte di tutto ciò, né la Direzione generale né quella dell’Area Vasta 2 si sono degnate in questi mesi di rispondere e di porre rimedio. Chiediamo pertanto, per l’ennesima volta, di conoscere i tempi entro i quali l’organico verrà ripristinato».
A proposito di servizi sociosanitari, nei giorni scorsi diverse associazioni del territorio hanno incontrato il presidente della giunta regionale Luca Ceriscioli. Angsa Marche, Acli Marche, Uildm Ancona, Gruppo Solidarietà, Confcooperative-Federsolidarietà Marche, Federazione pensionati Acli Marche, Cooperativa Papa Giovanni XXIII, Fondazione Paladini, Aisla Marche, hanno incontrato Ceriscioli, per esprimere il proprio dissenso su alcuni punti caratterizzanti la proposta regionale di nuovi requisiti di autorizzazione delle strutture socio sanitarie diurne e residenziali (leggi l’articolo).
Secondo queste realtà, infatti, si rischia che i servizi perdano la piccola dimensione, caratteristica essenziale dei piccoli contesti comunitari che ospitano, tra gli altri, persone con disabilità, con disturbi psichici o demenze, e anziani non autosufficienti. «Servizi rivolti a circa 12.500 persone e caratterizzati da un forte radicamento nei territori e da modalità di funzionamento che garantisco standard di vita più simili a quelli di un normale nucleo familiare allargato» spiega il Gruppo Solidarietà di Moie.
Le richieste sono: «Mantenimento delle piccole comunità (6-10 posti) senza possibilità di accorpamento; eliminazione della possibilità, per tutte le strutture attive o in via di attivazione, di derogare dal rispetto di alcuni requisiti strutturali (numero letti per camera, superficie minima, dimensionamento). Tali requisiti devono valere per tutte le strutture, prevedendo, per quante attualmente non li posseggano, la possibilità di presentare un definito progetto d’adeguamento, approvato e monitorato con cura dalla regione Marche».
Le associazioni hanno registrato «un’apertura da parte del presidente per quanto riguarda il rispetto dei requisiti strutturali, attraverso la previsione dei tempi di adeguamento per tutte le strutture attive. Attenzione è stata posta alla richiesta del mantenimento delle piccole comunità inserite nei normali contesti abitativi».
(e.d.)
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