JESI SILVIA GREGORI: «IL BIODIGESTORE SARÀ UN’IMPORTANTE RISORSA»

JESI, 24 luglio 2019 – Sino ad ora non mi sono espressa sul progetto del biodigestore, come diversi colleghi dell’opposizione. Ma ho preso tempo per approfondire la tematica attraverso letture scientifiche, relazioni su quelli esistenti sul nostro territorio e articoli a favore e non.

Ma ad un certo punto bisogna assumersi il coraggio delle proprie idee come il ruolo richiede del resto, e sono arrivata a maturare la convinzione di essere a favore dell’installazione di questo impianto che trasforma un problema in una risorsa, per diversi motivi.

Non ho trovato letteratura scientifica a correlazione della presenza di patogeni che si liberino nell’aria, e pericolo di epidemie come qualcuno aveva ipotizzato tipo escherichia coli. Caso della Germania che ha fatto molto discutere. Il processo di digestione e poi compostaggio raggiungono temperature che pastorizzano il prodotto. Come è vero che la presenza di fluoro, bromo e cromo non fanno parte della metanogenesi.

Cento caldaie domestiche vanno ad esercitare un maggiore inquinamento! Quindi, non vedo per aria, terra e acqua casi di pericolosità della salute pubblica dati gli elevati standard di sicurezza che sinora non hanno causato incidenti. È scontato che nessuno voglia i rifiuti sotto casa, ma per questo motivo un impianto simile potrebbe diventare una risorsa, inutile escludere gli ecoincentivi che come molti hanno voluto mettere in evidenza, sarebbero motivo esclusivo di questi impianti green.

Una città come Jesi potrebbe reinvestire il ricavato in denaro, creando nuove aree verdi, bonificando zone inquinate e immettendo bio metano nelle strutture pubbliche e private per il riscaldamento, o nel trasporto cittadino. Garantendo ai cittadini anche servizi migliori.

Credo che qualsiasi discorso se non supportato da basi scientifiche non possa essere preso in considerazione, se non per essere utilizzato come volano di voti. Sono argomenti troppo seri e con serietà vanno affrontati: senza perdersi nell’inutilità del gridare per forza e sempre al lupo al lupo.

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