Opinioni
JESI Slogan mussoliniano, Pd: altre le testimonianze da conservare
5 Febbraio 2021
Stefano Bornigia: «Sono quelle che ci raccontano di leggi razziali, massacri di civili, di violenze gratuite, di soprusi e dei tanti giovani soldati morti in guerra»
JESI, 5 febbraio 2021 – Restiamo senza parole nell’apprendere dal vicesindaco che questa Amministrazione comunale ritiene di dover mantenere un motto del nefasto periodo fascista, esposto in un edificio di proprietà comunale sede di un ufficio pubblico.
Per il vice sindaco questo slogan fascista sarebbe una testimonianza di esempio di comunicazione del periodo fascista e quindi da conservare. Crediamo che siano altre testimonianze che dovrebbero essere sempre presenti nelle nostre menti ricordate e tramandate e sono quelle che ci raccontano di leggi razziali, massacri di civili, di violenze gratuite, di soprusi e dei tanti giovani soldati morti in guerra.
Queste sì che possono evitare di commettere nuovamente errori costati tantissimo al nostro popolo e alla nostra città. A Jesi di queste testimonianze ne abbiamo diverse, come ricorda anche l’ Anpi. Abbiamo i fori dei proiettili ancora visibili nel muro dove sono stati assassinati, dai fascisti, i partigiani Magnani e Panti, come pure le lapidi dei cippi Martiri XX Giugno e Cannuccia, luoghi di tortura e fucilazione di partigiani e civili.
Al di là del parere della Soprintendenza pertanto, il motto fascista sul muro di un edificio comunale va ricoperto. Non sono certamente questi i simboli della nostra Repubblica e dei nostri valori e della nostra democrazia. Come la Costituzione Repubblicana e la storia raccontano e insegnano.
Stefano Bornigia
segretario Pd