Cronaca
JESI Tv Centro Marche, lavoratori alla terza settimana di sciopero
1 Settembre 2020
Riuniti in assemblea hanno deciso unanimemente che la lotta proseguirà ad oltranza finché l’azienda non aprirà un confronto costruttivo
JESI, 1 settembre 2020 – Hanno incrociato le braccia da tre settimane consecutive i lavoratori e le lavoratrici di Tv Centro Marche.
«La società – fa sapere Slc Cgil Marche – oltre ad applicare ai suoi dipendenti un contratto in “dumping salariale e normativo”, siglato da una organizzazione sindacale non rappresentativa del settore (cosiddetto “contratto pirata”), si rifiuta da oltre un un anno e mezzo di aprire un vero confronto sui richiesti miglioramenti economici e normativi».
Il sindacato si riferisce al riconoscimento di un adeguato livello inquadramentale senza penalizzazioni; alla retribuzione delle ore lavorate in eccedenza all’orario di lavoro per via delle pause eccessive e difformi al contratto applicato; alla regolamentazione delle trasferte e riconoscimento delle ore viaggio; alla retribuzione di straordinari e/o istituzione banca ore straordinari; alla regolamentazione nella fruizione ferie e permessi.
«Nonostante tutti i tentativi sindacali attuati finora – si legge in una nota – la risposta aziendale in questi ultimi mesi è stata nel migliore dei casi il silenzio e nel peggiore atteggiamenti ostruzionistici mirati a evitare un serio confronto con il sindacato. I tentativi di rompere l’unità tra i lavoratori attraverso una interlocuzione diretta ai singoli, è stata rispedita al mittente in modo risoluto dalle maestranze coinvolte».
«Va sottolineato che l’emittente è finanziata in buona parte dallo Stato attraverso il fondo per il pluralismo e che in questo periodo di emergenza si sono potuti realizzare i servizi solo grazie al senso di responsabilità dei lavoratori che hanno “tirato la carretta” per dare il servizio in condizioni di criticità organizzativa, sanitaria ed esiguità di personale».
I lavoratori riuniti in assemblea, per queste ragioni, hanno deciso unanimemente che la lotta proseguirà ad oltranza finché l’azienda non aprirà un confronto costruttivo.
(e.d.)
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