Attualità
JESI UNA GRANDE FESTA L’ARRIVO DELLA TIRRENO ADRIATICO (foto e video)
18 Marzo 2019
“Fly Michele Fly”, l’Aquila degli studenti del Mannucci dedicata a Scarponi
JESI, 18 marzo 2019 – Una grande giornata per la città l’arrivo della sesta tappa della Tirreno Adriatico, quella del Verdicchio e, soprattutto, quella dedicata a Michele Scarponi, tappa che ha visto la presenza dei familiari.
All’Aquila di Filottrano gli studenti del liceo artistico Mannucci hanno dedicato una splendida composizione disegnata sul campo di calcio di Minonna e ripresa dall’alto dalle telecamere Rai: il rapace con con le ali spiegate e un Fly Michele fly.
Tanta gente assiepata lungo il percorso cittadino e tanta soprattutto lungo Viale della Vittoria dove, all’altezza dell’incrocio con via Radiciotti, a due passi dal vecchio ospedale, era posizionato il traguardo.
Già sin dalle 13 era cominciato l’afflusso per farsi via via più intenso a mano a mano che ci si avvicinava al primo transito dei ciclisti. Non solo appassionati, ma praticamente tutti, dalle famiglie, ai bambini, a gruppi di ragazzi, a tante donne.
L’evento è stato di grande richiamo, una splendida vetrina per Jesi e si è svolto senza sbavature tanto che il sindaco Massimo Bacci in un post immediato ha ringraziato quanti si sono prodigati nell’organizzazione. L’attesa del momento clou è stata riempita anche da manifestazioni di contorno. Tra gli aficionados imperterriti, anche il padre di Alexey Lutsenko, il ciclista ucraino dell’Astana che ha vinto la tappa di Fossombrone dopo essere caduto ben due volte: bandiera in mano e tanta passione per il genitore.
Il tempo è stato clemente, benché il cielo minacciasse pioggia le prime poche gocce sono cadute a giochi ormai fatti, a premiazioni avvenute. Sul palco – dopo le premiazioni con il sindaco Massimo Bacci e l’assessore allo sport Ugo Coltorti – anche il presidente del Consiglio comunale, Daniele Massaccesi, che alla fine ha ritirato il labare di ringraziamento alla nostra città da parte dell’organizzazione.
Quindi, via: c’era da smontare tutto e di corsa. San Benedetto stava aspettando.
Pino Nardella
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