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Cronaca

Jesi Una torta con 100 candeline per Silvana Di Renzo

Tante storie da raccontare per la neo centenaria che ha festeggiato con parenti e amici, presenti il vice sindaco Samuele Animali e la giovane schermitrice Matilde Calvanese

Jesi – Di storie da raccontare ne ha davvero tante Silvana Di Renzo che ieri pomeriggio ha festeggiato insieme al vice sindaco Samuele Animali, ai parenti e agli amici più cari, il traguardo dei «suoi primi cento anni», come recita il manifesto che le hanno fatto trovare davanti al cancello di casa.

Sì, perché la signora Silvana oltre a non dimostrare la sua età, è dotata di un dinamismo, di una positività e di un voglia di vivere tali da far pensare che ancora la vita potrà riservarle giornate di gioia vicino ai suoi cari.

E se le chiediamo qual è il segreto per restare così giovanili e in forma lei risponde: «Non mi sono mai svegliata di malumore, neanche un giorno, amo vivere alla giornata e tenermi sempre attiva, leggo tanto e ascolto spesso la musica classica, che è sempre stata la mia passione, per anni ho suonato il pianoforte fino a che le mie mani me lo hanno permesso».

«Poi faccio cose quotidiane come andare a fare la spesa, telefonare alle amiche e ai parenti, chiacchierare con i vicini di casa. Ma il mio motto è sempre quello di vivere il presente. Non sto ad angosciarmi per quanto mi resterà da vivere o quale sarà la mia fine, so che quando sarà il momento me ne andrò anche io, su questo sono fatalista, ma per ora continuo a vivere appieno la vita».

Una neo centenaria saggia la signora Silvana, che quando ci apre la sua casa ci mostra le foto di quando era giovane e viaggiava con marito, scomparso diversi anni fa, le gite fuori porta e lo scii invernale che faceva da ragazza, prima con le cugine poi in vacanza dagli zii di Rieti, dove appunto conobbe Massimo Brioli, il futuro marito, aveva 24 anni e da quel giorno divennero inseparabili.

La memoria però viaggia ancora più lontano e torna ai tempi dell’infanzia.

«Sono originaria di Sulmona, lì sono nata il 29 maggio del 1924 e ho vissuto i primi anni di vita, poi per lavoro i miei genitori si sono trasferiti ad Ancona – quando avevo 7 anni – e lì ho trascorso buona parte dell’infanzia e dell’adolescenza. A 13 anni ho cominciato a giocare nella squadra femminile di pallacanestro, un’avanguardia per quell’epoca, la prima fondata ad Ancona».

Le donne, infatti, non erano ben viste nelle attività sportive, giudicate sconvenienti.

«In realtà eravamo delle brave giocatrici e ottenemmo buoni risultati», racconta Silvana che ricorda con soddisfazione quei momenti e anche il coraggio della mamma che, nonostante i pregiudizi dell’epoca, era sempre dalla sua parte e le ha dato piena fiducia.

Una serenità di ragazza che purtroppo però dovette fare i conti con l’arrivo del conflitto mondiale.

«Quando scoppiò la guerra noi donne dovevamo sostituire nelle aziende i richiamati, così all’età di 16 anni fui presa dall’Unes (l’attuale Enel) insieme a mia cugina, per svolgere un ruolo amministrativo».

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«Quando Ancona fu sfollata a causa dei bombardamenti, i miei genitori trovarono accoglienza ad Agugliano e noi due ragazze fummo trasferite con l’azienda a Camerano. Dormivamo nelle brande dentro lo stabile e lavoravamo fino a tarda sera. Appena possibile andavamo a trovare i nostri genitori ad Agugliano, facendo 20 km a piedi».

«Proprio durante una di queste visite il fronte fu bloccato e noi dovemmo restare nella villa insieme a zii e genitori, villa che fu requisita dai tedeschi che volevano che noi ragazze restassimo lì per cucinare e badare alla casa. Ma i nostri parenti ci fecero fuggire e trovammo rifugio da un contadino di quelle parti, dormivamo nel fienile accanto ai buoi».

«Solo successivamente potemmo fare ritorno alla villa che divenne una postazione della Croce Rossa polacca, con noi i polacchi sono stati gentili, ci facevano regali, ci davano la cioccolata. Alla fine della guerra il direttore dell’azienda, per premiarci del lavoro svolto, decise di assumerci definitivamente. Così tornai a lavorare all’Enel di Ancona, poi mi trasferii a Jesi con mio marito nel ’73».

Qui a Jesi per circa 20 anni Silvana Di Renzo si è dedicata al volontariato prestando servizio presso l’Avulss che si occupa di assistenza agli anziani sia a domicilio, sia nelle case di riposo che in ospedale.

«Li accompagnavamo alle visite mediche, li accudivamo e davamo loro da mangiare. Ho lasciato l’associazione solo per raggiunti limiti di età. L’assistenza mi piaceva molto».

Parla con la luce brillante negli occhi la signora Silvana, che nella vita, dice, ha vissuto appieno tutte le situazioni che le sono capitate, accogliendo i nuovi incontri con grande gentilezza e rispetto, così è stato con Melania la signora che le dà una mano in casa, anche lei donna dal cuore d’oro – e con tutti i bambini del vicinato che ha visto crescere e che anche da grandi non si dimenticano di passarla a salutare.

«Ai bambini ho sempre insegnato a dire per favore e grazie, perché ritengo che il rispetto e la gentilezza per il prossimo siano i valori più preziosi».

A festeggiare quelle 100 candeline insieme a lei c’era proprio una di quelle bambine, oggi giovane donna e campionessa di scherma, la 21enne Matilde Calvanese che, nonostante gli impegni sportivi, non ha voluto rinunciare a fare gli auguri a una giovane centenaria!

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