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Cronaca

JESI Zona arancione, Bacci: «Il focolaio è qui, ospedale al collasso»

Il Sindaco: «Pazienti trasferiti a San Benedetto non c’è paragone rispetto alla prima ondata, decisione sofferta ma doverosa»

JESI, 21 febbraio 2021 –L’età delle persone ricoverate per covid all’ospedaleCarlo Urbani” si è abbassata e la situazione nel nosocomio jesino è critica: i soli tracciamenti non sono più sufficienti, da qui la decisione, nella serata di ieri, di alzare il livello di guardia all’ arancione per la città di Jesi.

Massimo Bacci
Il sindaco Bacci

«Una decisione sofferta ma doverosa per una serie di motivi – spiega il sindaco Massimo Bacci -. Il focolaio è qui: le persone positive sono sempre di più, le classi in quarantena sono tantissime e continuamente le scuole ci segnalano nuove situazioni. Al Collegio Pergolesi di Jesi ci sono 15 anziani positivi, 20 nella Rsa di Maiolati: la situazione sta evolvendo rapidamente e rischiamo di non riuscire a controllarla».

Tra le questioni più delicate c’è quella dell’ospedale.

«Il “Carlo Urbani” non è più in grado di gestire i ricoveri per covid: i pazienti vengono trasferiti a San Benedetto del Tronto questo significa che il carico è pieno. Non c’è paragone rispetto alla prima ondata quando l’ospedale gestiva per lo più persone provenienti dall’emergenza più alta che si era sviluppata in provincia di Pesaro, adesso il focolaio è qui».

L’ospedale “Carlo Urbani”

La provincia di Ancona è la quinta in Italia per frequenza dei nuovi casi e conta la metà dei nuovi contagi delle Marche, 262 su 488 l’ultimo dato odierno ma sono giorni che è così.

A Jesi, i dati del portale regionale, oggi riportano 742 persone in quarantena e 370 positivi. Il provvedimento  della zona arancione cittadina scatterà da domani, lunedì 22 febbraio, e avrà una durata di almeno una settimana, vale a dire fino a domenica 28, prorogabile nel caso in cui la curva dei contagi non dovesse registrare una decrescita.

La disposizione prevede la didattica a distanza per le scuole medie e le superiori, solo il servizio d’asporto e consegna a domicilio per bar e ristoranti, la chiusura di parchi e centri polivalenti, oltre che mostre e musei. Consentito invece lo spostamento fuori Comune, nel limite comunque del territorio provinciale, dal quale, con ordinanza regionale, non si può uscire né entrare, salvo per le ormai note necessità.

Eleonora Dottori

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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