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LAVORO «L’emergenza ha peggiorato la condizione delle donne»

L’assessora regionale pari opportunità  Manuela Bora: «Il blocco delle attività produttive le ha penalizzate maggiormante»

ANCONA, 20 maggio 2020 – «Un passo avanti per il lavoro femminile, ma c’è ancora molto da fare. La mozione approvata dal Senato sulla parità di genere rappresenta uno step importante, specialmente oggi con le difficoltà legate all’emergenza Covid: con la Fase 2 solo il 30% di donne è rientrato al lavoro».

È il messaggio di Manuela Bora, assessora regionale alle Pari Opportunità, dopo il via libera del Senato alle misure per il sostegno al lavoro delle donne, le più colpite in questo momento di ripresa post-emergenza.

Secondo i dati dell’Osservatorio statistico consulenti del lavoro, nelle Marche, con l’avvio della Fase 2 della pandemia, sono 167 mila i lavoratori rientrati al lavoro, di questi solo 50 mila sono donne, pari al 30%, a fronte di un totale di 396 mila lavoratori attivi.

E ancora: il blocco delle attività produttive ha interessato maggiormente le donne, con una percentuale pari al 59%.

«Ora – aggiunge Manuela Bora – dobbiamo ancor più promuovere interventi per ristabilire l‘uguaglianza: nei prossimi giorni, si riunirà il tavolo di genere, costituito dalla Regione a fine dell’anno scorso, e valuterà gli effetti della pandemia sul lavoro delle donne». La situazione attuale rischia di aggravare la condizione femminile.

«Durante l’emergenza sanitaria – sottolinea l’assessora – le condizioni sono peggiorate: lo smart working, il lavoro di cura e la chiusura delle scuole hanno complicato una situazione già problematica».

Nella regione le diseguaglianze di genere sono ancora pesanti, sia sul fronte degli inquadramenti professionali, sia per la carriera, sia, infine, per le retribuzioni: in media, le donne percepiscono 7.111 euro lordi annui in meno rispetto agli uomini.

«Per questo occorrono misure concrete – conclude l’assessora -. Dobbiamo cercare, sempre più, di ridurre, anche in questo ambito, le distanze dall’Europa, per favorire la parità di genere».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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